“Nella ricerca di supremazia, spesso fonte di contrasti tra clan antagonisti, continua a preoccupare il fenomeno della cooptazione delle giovani leve, anche minorenni, che vanno ad ingrossare le fila dei clan, desiderose di dar prova delle loro capacità delinquenziali. I consanguinei, figli e nipoti di camorristi detenuti, in attesa di assurgere al più ambìto titolo di uomini d’onore, nel momento in cui vengono investiti di compiti di rilievo all’interno del clan, prendono il nome di giovani d’onore”. E’ quanto si legge nella relazione della Dia, la Direzione investigativa antimafia, che dedica un capitolo anche alla criminalità barese. Gli investigatori evidenziano il sempre maggiore coinvolgimento negli affari illeciti di giovanissimi, spesso minorenni.
Il business della droga resta il principale canale di arricchimento per i clan, tranne per la cosca Parisi: “Nell’area del capoluogo – si legge nella relazione – ormai endemico risulta essere il fenomeno del traffico di stupefacenti, stante la posizione geografica del territorio, che lo rende porta d’accesso delle droghe in Europa e tra le più floride piazze di scambio. L’inchiesta, denominata “Brothers”, ha evidenziato un vero e proprio business marketing della droga, finalizzato alla crescita del numero dei venditori e dei consumatori attraverso un collaudato sistema di gestione delle richieste di stupefacenti. I pusher, con cadenza mensile, inviavano ai clienti veri e propri messaggi promozionali, inerenti alla qualità delle sostanze stupefacenti (in particolare cocaina)”.