La casa, quel luogo in cui ognuno dovrebbe vivere al sicuro, per alcuni è solo un ambiente colmo di sofferenza e paura. Come emerso dagli studi del Centro Anti-violenza del Comune di Bari, in poco più di un anno e mezzo sono state registrate più di 380 richieste di aiuto di donne, per lo più madri maltrattate dai figli. Un fenomeno sottovalutato che può avere conseguenze drammatiche.
“Un dato sconcertante che ci deve far riflettere, questa statistica va oltre il caso della donna vittima di violenza da parte di marito o compagno – afferma Vincenzo Gesualdo, presidente dell’Ordine degli Psicologi della regione Puglia – qui le vittime sono madri, vittime di violenze e minacce da parte dei loro stessi figli, un rapporto di violenza ancor più lacerante”.
“Spesso le violenze derivano da richieste non assecondate, richieste economiche, o comunque si registrano in un contesto familiare privo di strumenti per aiutare un figlio coinvolto nel vortice di dipendenze”.
“Codice Rosso” è la denominazione della legge 19 luglio 2019, n. 69 che prevede uno sprint per l’avvio del procedimento penale per maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, con l’effetto che saranno adottati più celermente eventuali provvedimenti di protezione delle vittime.
“Grazie all’entrata in vigore della legge, molte donne stanno uscendo dal guscio del silenzio e hanno cominciato a denunciare. Spesso dovendo fare la scelta dolorosa di denunciare persino il proprio figlio. La posizione in cui si trovano queste donne, queste madri, è molto delicata in quanto si trovano a dover soccombere e a fingere a se stesse e al mondo, occultando la realtà. La violenza, qualunque essa sia, non deve essere accettata e soprattutto intesa come normalità” continua Gesualdo.
“Il muro del silenzio – conclude Gesualdo – deve essere abbattuto e ruolo fondamentale è ricoperto dalla società e dalla scuola: introdurre nel programma scolastico lezioni sull’affettività è opportuno per iniziare un importante lavoro di educazione, di rispetto dall’altro, alla base per ridurre gli episodi di violenza”.