La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con cui, nel novembre 2018, la Corte d’Assise d’Appello di Bari aveva assolto Antonio Colamonico dall’omicidio di Bruna Bovino, la 29enne estesista uccisa il 12 dicembre 2013 nel suo centro estetico di Mola.
Colamonico era stato assolto in Appello, “per non aver commesso il fatto” con una sentenza che aveva ribaltato la decisione in primo grado, ovvero una condanna a 25 anni di reclusione. L’uomo, difeso dagli avvocati Nicola Quaranta e Nico D’Ascola, era stato accusato di omicidio volontario e incendio doloso, appiccato, per gli inquirenti, con l’obiettivo di cancellare le tracce dell’uccisione della sua ex amante.
Bruna venne uccisa con 20 colpi di forbice e quindi strangolata: venne ritrovata semicarbonizzata sul pavimento del centro estetico. I giudici della Cassazione hanno accolto il ricorso della Procura generale di Bari e delle parti civili, tra cui i familiari di Bruna e le associazioni antiviolenza.