Si riunisce martedì a Bari il tavolo di lavoro per l’aggiornamento del Piano di Azione Locale (PAL) finalizzato a favorire l’integrazione delle Comunità Rom, Sinti e Camminanti (RCS).
Il progetto coinvolge otto Città metropolitane – le altre sono Messina, Catania, Genova, Cagliari, Milano, Napoli e Roma – chiamate a redigere (nel caso di Bari a integrare e articolare uno strumento di cui il Comune si è già dotato) altrettanti Piani di Azione Locali sperimentali che comprendano specifici modelli di gestione finalizzati alla partecipazione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti alla vita sociale, politica, economica e civica del territorio, lavorando al contempo sulla diffusione di una metodologia efficace di programmazione partecipata che sia quindi esportabile. Gli interventi riguarderanno il superamento del disagio abitativo; l’inclusione socio-sanitaria, scolastica e lavorativa; le relazioni con le istituzioni e con le altre componenti della comunità locale.
L’incontro si tiene martedì 14 gennaio 2020 alle 9.30 in largo Chiurlia nell’ambito dell’azione “Interventi pilota per la creazione di tavoli e network di stakeholder coinvolti a diverso titolo con le comunità RSC, Rom Sinti e Camminanti, al fine di favorire la partecipazione dei Rom alla vita sociale, politica economica e civica”, promossa dall’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento Pari Opportunità, in qualità di beneficiario delle azioni di sistema previste dal PON Inclusione 2014-2020.
Secondo i dati in possesso dei servizi comunali e dell’associazionismo, la popolazione RSC presente nel capoluogo pugliese è pari a circa 221 persone. Si tratta in netta prevalenza di famiglie di Rom, quasi tutti cittadini romeni, che vivono in città anche da più di 15 anni. Due i campi, uno autorizzato e uno tollerato. Il primo è quello di Santa Teresa, a Japigia, che esiste dal 2000. È allestito su un terreno donato dall’amministrazione comunale e oggi ospita 151 persone, di cui circa il 25% minorenni. Il secondo è quello di Santa Candida, fra i quartieri Poggiofranco e Carbonara. Esiste dal 2002 e ospita 62 persone, per lo più cittadini romeni e bulgari. I minori rappresentano il 30% del totale.
Si segnalano inoltre campi spontanei nei quartieri Picone e a Japigia, mentre alcuni nuclei familiari in condizioni di estrema povertà e gravi difficoltà sociali sono stati inseriti in case di comunità, con l’obiettivo di sperimentare percorsi di autonomia abitativa.
Scopo principale del Piano di Azione sarà individuare modalità e attività che possano favorire la piena inclusione della comunità Rom e una sua maggiore partecipazione alla vita sociale sul territorio cittadino.