«Il 12 gennaio farà freddo ma andate a votare alle primarie. Andate a votare perché c’è qualcuno che pensa che questa grande storia della Puglia degli ultimi quindici anni possa essere fermata. Possa essere fermata non andando a votare alle primarie». È l’appello lanciato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, candidato alle primarie del centrosinistra pugliese del prossimo 12 gennaio, durante una conferenza stampa che si è svolta questa mattina a Bari. «Io penso che il risultato» delle primarie, ha detto ancora, «sarà comunque buono e ci saranno migliaia e miglia di persone che andranno a votare. In ogni caso non ci sono altri metodi, se qualcuno sta architettando da scienziato della politica di buttare all’aria le primarie dopo l’esecuzione, ragionando sull’affluenza, si sta sbagliando».
«Ci hanno imposto primarie a gennaio – ha proseguito Emiliano – le hanno imposte a me e io le ho accettate, probabilmente già con l’intento di dire che siccome andrà poco gente a votare allora le primarie non valgono. Questo sistema non esiste». «Se qualcuno aveva qualcosa contro le primarie – ha concluso – si sarebbe dovuto opporre prima, se qualcuno aveva qualcosa contro i candidati si doveva candidare». «I cosiddetti renziani, o quelli che sono rimasti, pensano di sabotare il centrosinistra della Puglia. Già ci hanno provato ed è stato grandissimo il già presidente Nichi Vendola a sfilarsi da questa opzione, dimostrando di essere un grande leader. Ora con chi ci stanno riprovando, con Stefàno a fare questo giochetto? È tempo perso». Oggi in un intervista al Quotidiano di Puglia, il senatore del Pd Dario Stefano, ha affermato che Emiliano ha costruito il suo potere tra «accordi di palazzo e minacce» e, criticando il suo operato in cinque anni alla guida della Regione, di fatto non ha escluso l’ipotesi candidature alternative alle regionali dopo le primarie.
«A chi pensa – ha dichiarato Emiliano – ancora una volta di risolverla agganciandosi a qualche leader nazionale che gioca a rompere io voglio ricordare che quando mi sono dovuto candidare contro Renzi alla segreteria nazionale del Pd, ed è stato uno scontro durissimo, mi sono candidato e non ho giocato a delegittimare le primarie, anzi le ho legittimate candidandomi. Quando le ho perse poi le primarie, ho candidato nelle liste del Pd tutte le persone che potevo e le migliori che avevo a disposizione e ho fatto campagna elettorale per Renzi pur non essendo convinto delle sue posizioni politiche. Ho rispettato le regole».
«Il mio amico Dario Stefàno ha detto che io minaccio le persone per farle venire oggi. Qui c’è tutta la provincia di Bari e la classe dirigente della provincia di Bari, dire a questa gente che ha votato anche Stefàno, dire a queste persone che vengono a queste conferenze stampa perché io li ho minacciati è una vergogna che avrebbe dovuto evitare di dire perché lui sta semplicemente insultando la nostra comunità e non può e non deve permetterselo. Se Stefàno ha l’idea di andare via dal Pd – ha proseguito Emiliano – e di andare rafforzare le fila di un altro partito, lo faccia ma non saboti le primarie e non distrugga tutto ciò di buono che abbiamo fatto in questi anni. Non abbiamo bisogno di distruttori ma di costruttori che in libertà prendono e loro posizioni, contrastano anche quello che abbiamo fatto, perché no, ma che stiano nel seminato di questa storia bellissima che parte dalle elezioni di Bari del 2004, passa dall’elezioni di Nichi Vendola nel 2005, prosegue con il governo della città di Bari con Decaro, con la conquista di Lecce, la conquista di Brindisi che ci ha consentito di risalire la china della qualità della vita di tutte le città pugliesi come mai ere accaduto prima nonostante la crisi economica che ci colpiva». «Tutte queste cose – ha concluso – sono cose positive».