L’immunoterapia ha rappresentato una grande rivoluzione nel trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule, migliorandone considerevolmente le percentuali di sopravvivenza. Tuttavia, soltanto una parte dei pazienti risponde al trattamento o sperimenta un beneficio duraturo. Da qui lo sviluppo di ricerche che hanno come obiettivo quello di caratterizzare biomarcatori in grado di selezionare a priori i pazienti.
Al momento l’espressione del Pd-L1 sulle cellule tumorali è l’unico biomarcatore disponibile nella pratica clinica, ma imperfetto a causa delle limitazioni tecniche e biologiche. Mentre si chiama ‘EPSILoN’ il biomarcatore che potrebbe rappresentare la svolta per l’identificazione dei pazienti candidati all’immunoterapia. Si tratta di uno score prognostico precedentemente generato su 154 pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule trattati con immunoterapia presso l’Ospedale Giovanni Paolo II di Bari, confermato con uno studio condotto all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (Int) su 200 pazienti naive e pubblicato sulla rivista scientifica ‘Cancers’. Lo score, che comprende diversi parametri clinici (performance status, fumo e presenza di metastasi epatiche al basale) e biochimici (livelli di Ldh e rapporto neutrofili-linfociti), si era dimostrato in grado di distinguere i gruppi di pazienti con diversa prognosi. «EPSILoN score è uno strumento utile per guidare le decisioni terapeutiche nei pazienti con tumore polmonare candidati al trattamento immunoterapico» spiega Giuseppe Lo Russo, oncologo medico Struttura Semplice di Oncologia Toracica Int. «Lo score rappresenta una novità da impiegare nella pratica clinica, in quanto è facilmente calcolabile senza la necessità di un ulteriore dispendio economico», aggiunge Arsela Prelaj, oncologo medico dedicato allo studio e alla cura dei tumori toracici presso la stessa Struttura e dottoranda in Bioingegneria presso l’Università Politecnico di Milano.