In termini relativi, i tassi di immigratorietà più elevati si registrano in Molise, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia (7 immigrati ogni 1.000 residenti). I tassi più bassi, invece, si hanno in Puglia e Sardegna (3 per 1.000).
Il confronto dei tassi di immigratorietà regionali a dieci anni di distanza denota una dinamica in netto calo per quasi tutte le regioni del Centro-nord a eccezione della provincia autonoma di Bolzano, per la quale si registra una situazione stabile. Per molte regioni del Centro-sud, invece, la dinamica è inversa: la presenza sul territorio dei centri per la prima accoglienza ha favorito l’aumento delle iscrizioni anagrafiche dall’estero.