Si scrive ‘street art’ si legge stile di vita, modo di essere e di interpretare tutto ciò che ci circonda. Il blu del mare, il verde delle colline e una lunga serie di gradazioni di colore che raccontano le grandi metropoli e i piccoli paesini sperduti. La street art può essere definita ‘arte pubblica’ – che spesso non è autorizzata – poiché va a rappresentare un valore aggiunto e inafferrabile, ma assolutamente percepibile, che rende il luogo in cui si vive diverso e spesso più bello.
Da semplice ‘graffito’ si è trasformata in vera e propria opera d’arte di senso compiuto e dalle mire spesso sociali o politiche. Gli artisti di strada si fanno interpreti di umori e sensazioni dei residenti di un quartiere, ma anche di un certo gusto per la creatività che ben si sposa con il concetto di fantasia troppo spesso relegato solo alla fase iniziale della vita di ciascuno. Questi sentimenti sono importanti per un corretto sviluppo della personalità, ma devono e possono accompagnare la persona durante tutte le fasi dell’esistenza. Nel nome di una leggerezza di spirito necessaria per sfidare lo stress della quotidianità.
Ormai la street art non è più un fenomeno di nicchia, prova ne siano i mostri sacri del genere come Banksy, che sopra un muro di mattoni nella città di Birmingham ha disegnato una coppia di renne volanti che trainano la panchina di un clochard: personalità in grado di orientare il gradimento a livello globale verso una nuova forma di cultura. Che si fa sempre più social, non soltanto perché fioriscono le condivisioni di disegni e dipinti incredibili o giganteschi sulle pareti di palestre o grattacieli, ma anche perché accanto alle popolari app di blackjack e ai blog di cucina e di moda fioriscono le app che ‘mappano’ gli attacchi d’arte in città. Proprio come fa ‘Streetart Roma’, dedicata alle opere nella Capitale.
Dalla pittura su tela agli attacchi d’arte sui muri
Non esiste una definizione univoca di arte di strada: questo ambito abbraccia una serie di tecniche sui generis che regolano anche la progressione del movimento culturale. Le modalità principali di realizzazione di un’opera di street art sono riassumibili in cinque maxi categorie: muralismo, poster art, stencil art, sticker art e scultura di guerriglia. Tecniche che si combinano e si rincorrono tra di loro, creando opere d’arte a matrioska legate a doppio filo all’estro creativo dell’artista e ai materiali (oltre che agli spazi) a sua disposizione.
La città insomma si presenta come una potenziale tela: il messaggio da lanciare – perché la street art si fa sempre interprete di un dibattito – deve essere semplice e saper colpire al cuore chi osserva. Facendosi così ‘leggere’ da tutti quanti, in quello specifico contesto e sovente in un preciso momento storico. Certi lavori hanno ragion d’essere in quanto collocati in un determinato spazio, legati alle tradizioni locali oppure a un certo pensiero diffuso tra le persone che in quel luogo vivono e lavorano. Può servire come volano per la riqualificazione di un quartiere o di una piazza, offrendosi di rappresentare un valore aggiunto bello e piacevole agli occhi.
Il ruolo delle persone e dei cittadini è sempre centrale: l’ultima parola, riguardo valutazione e interpretazione dell’opera, spetta proprio a loro.