Oltre 300 richieste di intervento per la messa in sicurezza di strade, ponti, scuole, linee ferroviarie, edifici pubblici, ospedali, depuratori, fogne e una spesa complessiva prevista che si avvicina al miliardo di euro. E’ la lista delle opere “urgenti” e “meno urgenti” che i Comuni e le società pugliesi hanno trasmesso alla Regione, un elenco persino incompleto perché solamente 31 Comuni, 3 consorzi di bonifica, l’Eipli, l’Aqp, Ferrotramviaria e Fse hanno inviato le loro schede.
Il dato è emerso durante un’audizione in V commissione chiesta dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, per fare chiarezza sulle criticità su ponti, viadotti, cavalcavia ferroviari e altre infrastrutture pugliesi. La Regione, già ad agosto 2018 – rispondendo alla sollecitazione dell’allora ministro dei Trasporti Toninelli a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova – aveva richiesto ai Comuni e le società regionali una ricognizione delle infrastrutture a rischio da effettuare e trasmettere nell’arco di dieci giorni. Il 4 ottobre dello stesso anno, però, il governo Emiliano, nell’ottica di un lavoro organico e strutturale, ha attivato un tavolo tecnico per avviare un monitoraggio dettagliato di strade, ponti, edifici, linee ferroviarie, impianti pubblici, affidando il compito all’agenzia Asset.
La richiesta di ricognizione è stata rivolta a tutti i Comuni pugliesi, nonché ai proprietari o concessionari di infrastrutture, e ha avuto una prima scadenza il 28 febbraio 2019, a cui sono seguite ulteriori proroghe e inviti a contribuire da parte della Regione e Asset. Alla fine, però, hanno risposto solamente 31 Comuni, nonostante ciò la lista della spesa è lunga: 37 pagine di richiesta di interventi, molte della quali con grado di priorità “massimo”. Tradotto, la messa in sicurezza è urgente.