Riprenderà il 13 dicembre, dopo quasi due anni di sospensione, il processo di secondo grado sulle escort portate fra il 2008 e il 2009 dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini nelle residenze dell’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Iniziato nel dicembre 2017, il processo era stato sospeso preliminarmente (a partire dal febbraio 2018) con invio degli atti alla Corte Costituzionale perché valutasse le questioni di legittimità della legge Merlin sollevate dai difensori degli imputati. Nel giugno 2019 a Consulta le ha dichiarate «non fondate» e il processo riprenderà da dove è stato interrotto. Sono imputati per il reato di reclutamento e favoreggiamento della prostituzione quattro persone: Gianpaolo Tarantini, che portò 26 giovani donne ed escort, affinché si prostituissero, al leader di Forza Italia (condannato in primo grado alla pena di 7 anni e 10 mesi di reclusione), Sabina Began, ‘l’ape regina dei party berlusconiani (condannata a 1 anno e 4 mesi), Massimiliano Verdoscia (condannato a 3 anni e 6 mesi) e il pr milanese Peter Faraone (condannato in primo grado a 2 anni e 6 mesi), entrambi amici di “Gianpi”. Due di quelle 26 donne, Patrizia D’Addario e Terry De Nicolò, alle quali dai giudici del primo grado non è stato riconosciuto alcun risarcimento danni, si sono costituite parti civili anche in queste secondo grado di giudizio.
Da quella vicenda sono nati a Bari altri due procedimenti penali, uno a carico di Silvio Berlusconi accusato di induzione a mentire per aver pagato – secondo l’accusa – le bugie di Tarantini nelle indagini sulle escort (il 23 dicembre verrà a testimoniare l’ex maggiordomo di Berlusconi), l’altro per falsa testimonianza commessa da quattro donne e dall’ex autista di Tarantini durante il processo sulle escort (si attende la fissazione dell’udienza preliminare).