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Le sardine in piazza Libertà: “Ora ascoltate la nostra voce. Bari non abbocca”

Pubblicato da: redazione | Sab, 7 Dicembre 2019 - 18:50
sardine

Il movimento delle sardine arriva a Bari. Dopo la piazza di Bologna l’onda mobilitativa ha invaso le maggiori città d’Italia, vedendo così la nascita di gruppi locali pronti ad organizzarsi. E questa sera è toccato a Bari e Foggia dove le sardine si sono date appuntamento rispettivamente in piazza Libertà e in piazza Giordano. Centinaia di persone hanno riempito la piazza centrale di Bari, con manifesti, slogan e volantini.

Il movimento a Bari è stato lanciato da quattro ragazzi pugliesi. “Siamo studenti e lavoratori. Abbiamo deciso di organizzare una manifestazione anche a Bari, perché ci siamo riconosciuti in quegli ideali. Le sardine rappresentano quel tentativo di riempire un vuoto di partecipazione che ci ha accompagnato per anni. Per noi il problema non è Salvini, ma ciò che lui rappresenta e vorremmo interrogare la politica su che proposta e che cura delle comunità intende praticare. Siamo consapevoli che non esiste un manuale delle istituzioni, ma nemmeno gli slogan e la propaganda possono colmare il vuoto di rappresentanza che trent’anni di malgoverno hanno causato” dichiarano gli organizzatori Camilla, Chiara, Francesca e Davide.

“Questo movimento è apartitico e non ha alcuna intenzione di inseguire gli appuntamenti di un singolo partito – hanno continuato gli organizzatori –  vogliamo porre dei temi alla politica che spesso vengono ignorati o strumentalizzati per mettere i più poveri l’uno contro l’altro. Noi, cittadini del sud, abbiamo il dovere di rispondere a chi ha fatto campagna elettorale su territori martoriati e in passato ci ha additato come nemici. Siamo stati anche noi vittime di discriminazione, esattamente come tutti i nuovi obiettivi presi di mira negli ultimi anni. È l’ora del riscatto, di dire la nostra. Abbiamo deciso di scendere in piazza il 7 dicembre per permettere a tutti quegli studenti e studentesse lavoratori e lavoratrici lontani di potersi stringere nella piazza della loro città di origine e chiedere tutti insieme di vivere in un paese più equo, più giusto e più accogliente e lo faremo con centinaia, migliaia di volti”.

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