«Finalmente possiamo dire “bentornato Piccinni”. Questo è il teatro di tutti i baresi e lo apriamo per i baresi e con i baresi in questa due giorni, una maratona di 24 ore aperta alla città. Un ringraziamento va ai funzionari, ai tecnici del Comune, ai professionisti, ai progettisti, alle maestranze e ai restauratori che hanno lavorato tanti anni per arrivare a questo momento. Dedico questa serata a loro e a tutti i baresi». Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, aprendo con voce commossa la serata di inaugurazione del restaurato teatro Piccinni. Guardando il palco reale, che ospita 48 cittadini sorteggiati, Decaro lo ha definito un «simbolo». «In questa città – ha detto il sindaco – non ci sono re e regine ma gli unici sovrani sono i cittadini e credo che la cultura e lo spettacolo e l’arte non si devono inchinare a nessuno se non al pubblico, come accadrà qui».
Aristofane che narra di una discesa negli inferi alla ricerca di un poeta che possa consentire alla città di mantenere il suo teatro, è la frase recitata dal coro di 30 attori in uno dei 30 flash mob che accompagnano la due giorni di spettacoli per la riapertura del teatro Piccinni, con attori e danzatori nella piazza antistante, dopo un restauro lungo nove anni. «Una città si salva anche attraverso il teatro e noi lo abbiamo voluto portare anche fuori dalle sue mura», ha spiegato Licia Lanera che ne ha curato la regia. Riapre così le sue porte alla città il teatro più antico di Bari. Saranno l’orchestra e il coro del Teatro Petruzzelli a dare il via alla maratona di due giorni di musica classica, jazz e spettacoli di prosa. Inaugurato nel 1854, il teatro fu intitolato al musicista barese Niccolò Piccini dopo che la regina Maria Teresa d’Asburgo, moglie di Ferdinando II di Borbone re delle Due Sicilie, negò il suo nome. Il restaurato Piccinni ha 775 posti a sedere, 290 dei quali in platea, 485 su tre ordini di palchi e loggione. I lavori hanno riguardato il foyer, la platea, i plachi e il sipario. In occasione della riapertura è stata installata in uno dei due salottini a corredo del foyer, dove resterà fino al prossimo 31 dicembre, una teca contenente un negativo su lastra di vetro della Ditta Fratelli Antonelli che ritrae l’interno del teatro risalente al 1903.
«Noi siamo un bel posto: siamo la Puglia, siamo la città di Bari, siamo la speranza per il Sud. Vorrei che la cultura diventi il doping di tutte le nostre mediocrità che possono diventare un modo diverso per concepire la realtà». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dal palco del restaurato teatro Piccinni di Bari che oggi riapre dopo nove anni di lavori di restauro. «Da tutta la Regione Puglia – ha concluso – auguri alla città di Bari, a una città che ha saputo ricostruire poco alla volta tutto il miglio dei suoi teatri e oggi restituisce questo che è un vero capolavoro».