I militari della Guardia di Finanza di Bari, coordinati dal sovraordinato I Gruppo Bari, unitamente a personale dell’Ufficio delle Dogane di Bari, coordinato dalla Direzione Interregionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno proceduto al sequestro di liquidi per inalazione destinati ad essere utilizzati nelle cc.dd. “sigarette elettroniche” presso un commerciante al dettaglio di Gravina in Puglia (Bari).
Una volta effettuato l’accesso nei locali aziendali l’attenzione degli operanti è stata subito richiamata da centinaia di flaconi di liquido “svapabile” esposti per la vendita ai clienti privi del “codice identificativo univoco” di cui, invece, gli stessi devono essere obbligatoriamente dotati per essere posti in commercio. In particolare, l’assenza di tale codice costituisce la prova dell’origine illecita della merce, implicando il suo approvvigionamento tramite soggetti non autorizzati, nonché del mancato assoggettamento del liquido “svapabile” alle imposte dovute per i prodotti succedanei del tabacco. La legislazione di riferimento prevede, infatti, che i prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze liquide, contenenti o meno nicotina, esclusi quelli autorizzati all’immissione in commercio come medicinali, siano assoggettati ad imposta di consumo in misura pari, rispettivamente, a euro 0,082074 il millilitro e a euro 0,041037 il millilitro.
Nel corso del controllo dei locali le Fiamme Gialle e i Funzionari dell’Agenzia delle Dogane baresi hanno, altresì, rinvenuto e sottoposto a sequestro circa 2.000 sigarette elettroniche e loro parti di ricambio destinate alla vaporizzazione dei prodotti da inalazione riportanti il marchio di conformità CE non conforme alle direttive europee sulla sicurezza dei prodotti elettronici.
Il titolare della ditta ispezionata è stato, pertanto, deferito all’Autorità Giudiziaria per i reati di vendita o acquisto di cose con impronte contraffatte di una pubblica autenticazione o certificazione, frode nell’esercizio del commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e contrabbando di tabacchi lavorati esteri (t.l.e.). Nello specifico tale ultima ipotesi di reato è stata contestata in quanto l’assenza del predetto “codice identificativo univoco”, unitamente al quantitativo del prodotto illecito sequestrato (corrispondente, complessivamente, a circa 30 kg.), ha determinato l’applicabilità della disciplina sanzionatoria prevista dal Testo Unico delle Leggi Doganali (T.U.L.D.) per il contrabbando di tabacchi lavorati esteri.
Peraltro, i prodotti sequestrati – privi di qualsiasi indicazione circa la loro provenienza – avrebbero potuto costituire un rischio per la salute dei consumatori, tenuto conto che non presentavano alcuna garanzia circa la loro rispondenza ai parametri di qualità e sicurezza richiesti dalla normativa di settore.
Sono in corso indagini per risalire alle rotte di approvvigionamento della merce illecita e individuare eventuali altri responsabili del contrabbando e della contraffazione che risultano essere nell’ultimo periodo, anche in questo specifico settore, in sensibile ascesa sia sotto il profilo delle quantità importate che della connessa vendita al minuto.