Sono piuttosto frequenti ma sottostimate: stiamo parlando delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), un gruppo di patologie croniche a carattere reattivo che interessano il canale digerente. Oggi, con i dottori Natalino Carmelo Pennisi medico-chirurgo specialista in Radiodiagnostica, e Michelle (k/a Mikhaila) Muscat medico-chirurgo specialista in Patologia Chimica, andremo ad occuparci delle due più comuni: la rettocolite ulcerosa (RCU) ed il morbo di Crohn (MC).
RCU: Si manifesta più comunemente tra la terza e la sesta decade, ma può colpire anche in età pediatrica. Spesso si riscontra nel retto o più in generale nel colon con manifestazioni quali attacchi di diarrea e coliche addominali, associate spesso a presenza di sangue nelle feci, con intensità e durata variabili e che possono susseguirsi a periodi di remissione di malattia. Sintomi comuni sono rappresentati da perdita di peso, febbre, tachicardia. Manifestazioni extraintestinali della rettocolite possono essere l’artrite periferica, patologie di tipo autoimmune della colonna vertebrale e infiammazione degli occhi.
MC: Solitamente esordisce in individui tra i 15 e i 30 anni di età, ma può verificarsi a qualsiasi età. Può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, con predilezione per il piccolo intestino con associata una vasta gamma di sintomi quali dolori addominali, diarrea (a volte persino ematica), vomito o perdita di peso. Può coinvolgere anche altri organi e apparati provocando eruzioni cutanee, artriti, infiammazione degli occhi e stanchezza. I sintomi iniziali possono essere inizialmente aspecifici.
Entrambe le patologie hanno in comune il fatto che non si sappia la loro esatta origine (anche se si suppone sia multifattoriale basata su fattori ambientali, stile di vita, alimentazione, fattori genetici) e che in entrambi i casi siamo di fronte a delle malattie di tipo autoimmune; in poche parole il sistema immunitario attacca senza una specifica causa e in modo abnorme le cellule dell’apparato digerente, più frequentemente dell’intestino. La presenza di uno o più dei sintomi sopra menzionati spinge spesso il paziente a richiedere la valutazione del medico.
Test di laboratorio di routine sono l’emocromo il quale ci dice se siamo in presenza dell’anemia e gli indici di infiammazione come il coefficiente di sedimentazione eritrocitaria e la proteina C-reattiva per scovare una eventuale infiammazione. Altre analisi importanti sono i test della funzione del fegato gli elettroliti come il potassio, perché i livelli di quest’ultimo possono diminuire con la diarrea, evento frequente in queste malattie. Test nutrizionali sono la albumina, le proteine totali, il calcio e il test per il malassorbimento della vitamina B12. Test sierologici sono i così detti perinuclear anti-neutrophil antibodies o pANCA e anti-saccharomyces cerevisiae antibody o ASCA. MC è in generale più associato con l’ASCA mentre la RCU più con la pANCA, ma questi non sono test o associazioni definitivi. Un test fecale molto utile è la calprotectina, e si possono anche fare test microbiologici. Ulteriori indagini di laboratorio consistono nell’ analisi del tessuto o l’istologia. I tessuti vengono tratti di solito dalla endoscopia, esame nel quale si visualizza l’intestino. È da notare che oggigiorno per la sola visualizzazione si può anche far uso di una videocapsula endoscopica.
La radiologia gioca un ruolo prominente nello studio dell’intestino, nella valutazione della RCU o MC, nel loro management e follow-up e nella descrizione delle eventuali complicazioni. Esame di prima istanza e rappresentato dal esame radiografico con pasto baritato, tuttavia le metodiche più accurate sono la TAC e la risonanza magnetica con vari protocolli dedicati. Esse necessitano di una specifica preparazione da parte del paziente e la somministrazione di mezzo di contrasto orale e per via endovenosa. Esse sono imprescindibili nella gestione e follow-up del paziente con RCU o MC.
Il trattamento consiste principalmente in farmaci antinfiammatori. Si fa uso di corticosteroidi e immunomodulatori convenzionali come la azatioprina e la 6-mercaptopurina. Farmaci come la salazopirina e altri aminosalicilati sono molto diffusi per cercare di mantenere i sintomi in remissione. Ci sono farmaci immunosoppressori e pure nuovi farmaci biologici. Si può far uso di antibiotici quando necessario. L’intervento chirurgico può essere adoperato per casi gravi. Altre semplici misure che si possono utilizzare talvolta consistono in probiotici e terapie nutrizionali.
Il morbo di Crohn e la colite ulcerosa non devono esser confusi con la sindrome dell’intestino irritabile o l’IBS. Il monitoraggio con colonscopia riduce il rischio di eventuali complicazioni. Esistono diverse associazioni per le malattie infiammatorie croniche dell’Intestino che si occupano a dare aiuto, informazioni e supporto per condurre una vita migliore pur in presenza di una malattia complessa come questa.