“Siamo più di 3mila, uniti per difender l’ambiente”. La Rete della Conoscenza è scesa in piazza per il Friday For Future a Bari per il quarto sciopero globale per il clima. Ormai è quasi un anno che si svolgono gli scioperi per chiedere ai governi mondiali di portare avanti delle azioni concrete e reali per fermare il cambiamento climatico che sta devastando i nostri territori, distrugge il nostro patrimonio culturale ed artistico e provoca sconvolgimenti economici e sociali devastanti.
Dall’inizio dei Fridays For Future le piazze di tutto il mondo hanno chiesto un cambiamento di tutto il sistema economico e di produzione, a partire dalla valorizzazione della ricerca scientifica e dei saperi. Sono questi i motivi che spingono a scendere in sciopero il giorno del Black Friday, emblematico del modello low cost costruito a discapito dei lavoratori e delle lavoratrici e del rispetto ambientale, mantenendo altissime le ricchezze di pochi.
“Blocchiamo la città per ripartire dalla conoscenza: il corteo terminerà nell’ateneo di Bari con una grande assemblea su ricerca e didattica per il futuro”, dichiara Savino Ingannamorte, Link Bari. Che aggiunge: “Negli ultimi anni si è resa l’università sempre più dipendente da fondi privati: ma l’indipendenza economica è libertà di ricerca. Non possiamo pensare che chi ha interessi diretti nel mantenere queste sistema economico possa pagare per cambiarlo”.
“Cura dell’ambiente significa curare le comunità che in quell’ambiente ci vivono. Un punto fermo del movimento è che non possiamo vivere un miglioramento delle condizioni di vita ad appannaggio di pochi”, dichiara Carolina Velati, Zona Franka. “Le transizioni ecologiche delle fabbriche, come l’ex Ilva a Taranto e la Bosch a Bari, sono necessarie ma non possono essere motivo per licenziare migliaia di lavoratori. Parlare di una rete dei trasporti pubblici che colleghi gratuitamente, ad ogni ora, in maniera ecologica, ogni punto della città, significa abbattere le barriere storiche dei quartieri, che dividono settariamente le periferie urbane della nostra città”.
Nelle scuole, gli studenti e le studentesse dell’Unione degli Studenti si riuniscono e discutono sui programmi scolastici “Parlare di transizione ecologica in classe non significa solo costruire un esempio di cambiamento, ma mettere un tassello importantissimo. La cura didattica è alla base della formazione delle future generazioni, e vogliamo avere voce in capitolo su questo. Esiste un piano più immediato, però, che è quello dell’edilizia scolastica: ogni volta che il nostro Paese è attraversato da grandi alluvioni, sentiamo parlare di crolli nelle scuole. La maggior parte delle scuole pugliesi non è in sicurezza, molte hanno ancora amianto all’interno”.