«Da una attenta analisi della vicenda che sta interessando il mio capo di Gabinetto non emerge allo stato alcun elemento a conferma delle ipotesi accusatorie. La magistratura ha il diritto/dovere di svolgere tutte le verifiche necessarie, ricordo anche in favore dell’indagato, e quindi si rimane in attesa di conoscere l’esito tutti gli accertamenti per le eventuali determinazioni di mia competenza». Lo dichiara in una nota il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in merito all’indagine che coinvolge il Capo di gabinetto Claudio Stefanazzi, sua moglie, Milena Rizzo, e l’imprenditore barese Vito Ladisa per una presunta truffa relativa ad un corso di formazione.
La guardia di finanza ieri ha eseguito delle perquisizioni a Bari e Lecce nell’ambito di una indagine della Procura di Bari coordinata dalla pm Savina Toscani, nella quale si ipotizzano i reati di truffa aggravata e abuso d’ufficio. I finanzieri hanno acquisito documentazione nella sede della società Ladisa e nella sede di una società di formazione leccese. Gli accertamenti riguardano un corso di formazione finanziato dalla Regione Puglia, realizzato per la società Ladisa Srl e gestito dalla società per la quale lavorava la moglie di Stefanazzi. I fatti contestati risalgono agli anni 2016-2018. Stefanazzi e Ladisa sono indagati anche in un’altra inchiesta della Procura di Bari che coinvolge il presidente Emiliano per presunti illeciti legati al finanziamento della campagna elettorale per le primarie del Pd del 2017.