Nel primo semestre del 2019 l’occupazione in Puglia è cresciuta dell’1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un ritmo più elevato della media nazionale (0,5) e in controtendenza rispetto al Mezzogiorno (-0,4).
Sono alcuni dati della nota di aggiornamento congiunturale sull’economia pugliese, presentata oggi nella sede di Bari della Banca d’Italia, relativa ai primi 9 mesi del 2019. «La Puglia – ha spiegato Pietro Sambati, direttore della sede di Bari della Banca d’Italia – continua a crescere ma a un ritmo contenuto, sostenuto dall’andamento di industrie di servizi, soprattutto alimentare, meccanico e turismo. Ma questa crescita non basta a recuperare i livelli pre-crisi. Per quanto riguarda l’occupazione siamo ancora a 47.000 occupati sotto i livelli pre-crisi. Per quanto riguarda il Pil, mentre l’Italia è -4 punti, noi siamo ancora -7 punti percentuali».
Per Sambati, «la risposta sta nel rilancio degli investimenti, in primo luogo pubblici. Il tema riguarda anche la vicenda che ha radici locali, quella di ArcelorMittal, ma che ha una valenza e un respiro nazionale e sovranazionale. Siamo tutti consapevoli dell’importanza di coniugare salute-lavoro, ambiente-produzione. Evidente è che l’impatto va visto non soltanto con gli effetti diretti ma anche su quelli indiretti e sull’indotto, c’è la filiera legata agli acciai speciali prodotti dall’ex Ilva che riguarda l’automobile, gli elettrodomestici, la cantieristica, le opere pubbliche, che riguarda buona parte della filiera produttiva nazionale e quindi la risposta deve arrivare in primo luogo dagli investimenti pubblici», in un «quadro di certezza normativa».
«Non basta però spendere i soldi – ha concluso il direttore di Bankitalia Bari – bisogna spenderli bene. E soprattutto bisogna sradicare quel triangolo illegale costituito da evasione, corruzione e criminalità, perché così facendo possiamo far ripartire la nostra economia».