Porro è impegnata nello studio della valutazione molecolare di markers infiammatori coinvolti nell’insorgenza e progressione di malattie metaboliche.
Il gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Bari di cui fa parte la dr.ssa Porro, coordinato dal dottor Sebastio Perrini e diretto dal professore Francesco Giorgino, ha messo a punto un protocollo di isolamento e differenziamento di cellule staminali da tessuto cardiaco e adiposo e sviluppato strategie sperimentali per lo studio dei meccanismi genetici e molecolari attraverso i quali le cellule staminali adipose svolgono un ruolo importante nel favorire l’espansione del tessuto adiposo viscerale.
L’obesità e il sovrappeso rappresentano un importante fattore di rischio per lo sviluppo di complicanze cardio-metaboliche quali il diabete mellito di tipo 2, l’ipertensione arteriosa e l’infarto del miocardio. Questo rischio è determinato soprattutto dall’espansione del tessuto adiposo viscerale, deposito di grasso localizzato attorno agli organi interni quali il fegato,l’intestino, i reni e il cuore.
Si tratta di un lavoro di ricerca effettuato direttamente su cellule adipose umane. Obiettivo dello studio è stato quello di valutare se, in condizioni patologiche quali l’obesità e il diabete di tipo 2, i mediatori cellulari pro-infiammatori rilasciati dal grasso epicardico, un particolare tipo di tessuto adiposo viscerale localizzato attorno al cuore, siano in grado di promuovere un danno funzionale e/o strutturale del muscolo cardiaco. I risultati hanno dimostrato, per la prima volta, che le cellule staminali e gli adipociti maturi del tessuto adiposo epicardico di soggetti obesi producono molecole in grado di ridurre la vitalità e le risposte biologiche delle cellule progenitrici cardiache, una classe specifica di cellule staminali essenziali per la rigenerazione del miocardio. I risultati di questo lavoro di ricerca potranno consentire di elaborare strategie farmacologiche mirate, in grado di inibire l’azione dannosa dei mediatori cellulari del tessuto adiposo epicardico, con la finalità di ridurre l’elevato rischio cardiovascolare associato all’obesità e al diabete di tipo 2.
“Questo studio dimostra per la prima volta un importante collegamento tra il tessuto adiposo che riveste il cuore, il tessuto adiposo epicardico, e lo stato di salute del cuore stesso: alcune sostanze prodotte da questo particolare tipo di tessuto nei soggetti obesi possono danneggiare il cuore aumentando il rischio di scompenso cardiaco, che è particolarmente elevato nelle persone con obesità e/o con diabete di tipo 2. Questi risultati potranno consentire di individuare nuovi mediatori di danno cardiovascolare nell’obesità e nel diabete di tipo 2”, commenta il prof. Giorgino.