Al Policlinico di Bari è stato eseguito su a un paziente di circa 60 anni, affetto da disfunzione erettile di origine organica, il primo impianto di una protesi peniena malleabile di ultima generazione, un dispositivo biomedicale destinato a ripristinare funzioni vitali e una soddisfacente attività sessuale in pazienti affetti da disfunzione erettile e patologie complesse.
Ne dà notizia il Policlinico sottolineando che la protesi è stata applicata in anteprima internazionale rispetto all’introduzione ufficiale nel mercato. L’intervento è stato eseguito dal dipartimento di Urologia universitaria diretto dal professor Michele Battaglia. L’equipe medica era condotta dal professor Carlo Bettocchi, urologo e andrologo, attuale presidente della European Society for Sexual Medicine (Essm). Il nuovo dispositivo (dalla ricerca Boston Scientific), si evidenzia nella nota, consente di trattare la disfunzione erettile in pazienti con patologie complesse, restituendo a migliaia di uomini di varie età una soddisfacente attività sessuale e una buona qualità di vita. La protesi malleabile, in silicone a doppio strato e nitinolo, viene impiantata agevolmente e occultata nell’organo maschile in quanto non presenta componenti meccaniche e può essere inserita in condizioni di massima sicurezza e comfort.
L’impiego di materiali robusti ma estremamente flessibili consente di mantenere l’organo sessuale in posizione non modificabile ma controllabile. Il dispositivo malleabile di ultima generazione amplia il panorama delle protesi peniene, già utilizzate nella versione idraulica tri-componenti, protesi sulle quali il Policlinico di Bari ha maturato una competenza ampia e approfondita ponendosi, oggi, come uno dei più avanzati centri di implantologia protesica in Europa. Il professor Bettocchi sottolinea che «i pazienti idonei agli impianti di protesi peniene presentano di norma patologie cardiovascolari o diabetiche, sindromi metaboliche, e sono spesso reduci da interventi radicali di chirurgia pelvica. Ma, soprattutto si tratta di pazienti sottoposti, anche per lunghi periodi, a terapie farmacologiche che non risultano più efficaci. La presenza di specifici problemi di manualità o difficoltà motorie rendono necessario optare per una protesi di tipo malleabile».