Carenza di fondi e instabilità del personale sono gli elementi di criticità emersi durante i discorsi per l’inaugurazione dell’anno accademico 2019/2020 dell’Università degli Studi di Bari, a cui ha preso parte anche Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali.
“Abbiamo abbassato le tasse per gli studenti ma il nostro bilancio è stato penalizzato di circa 2 milioni”, ha esordito il rettore Stefano Bronzini. Che ha aggiunto: “Al danno si aggiunge la beffa perché per gli indicatori ministeriali il decremento delle entrate fiscali è una nota negativa. Una scelta irragionevole che penalizza soprattutto chi cerca di estendere l’accesso alla formazione universitaria. Che qualcosa non funzioni è evidente, l’Italia è divisa”.
I dati confermano che l’Uniba è per dimensioni la seconda “istituzione-azienda” della Puglia: 43.500 studenti, oltre 3mila dipendenti (tra docenti, ricercatori, dipendenti tecnico-amministrativi), 465 dottorandi, 1500 specializzandi, un bilancio che vede un totale attivo e passivo dello stato patrimoniale netto pari a 211.760.095 euro e un risultato di esercizio finale di quasi 28 milioni di euro (secondo il consultivo 2018).
A preoccupare però sono le prospettive future tra incertezza e instabilità: “Ci vuole coraggio – ha aggiunto Bronzini -. I precari che si formano con noi poi li vediamo partire verso altre parti del mondo. Non si vive bene l’oggi con l’incertezza del domani. Lo smarrimento è evidente”. Il rischio concreto è che nei prossimi anni l’Uniba dovrà impostare tagli o innalzare le tasse.
“Bisogna invertire la rotta – ha commentato Federica De Paola, portavoce degli studenti – pensiamo ad una Uniba che apre l’accesso al mondo del lavoro con un Ateneo più vicino all’ambiente tra visione plastic free e distributori d’acqua accessibili a tutti”.