La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Lecce con cui veniva disposta la misura interdittiva della sospensione dall’incarico per otto mesi per il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi, e per il direttore del Dipartimento Tecnico, Francesco Di Leverano.
La suprema Corte, quindi, ha ricalcato sostanzialmente la decisione già adottata dal GIP che in prima istanza aveva respinto la richiesta del PM. La terza sezione penale della Corte di Cassazione, riunitasi ieri mercoledì 23 ottobre, costituita da giudici specializzati nella materia urbanistica ed edilizia, ha approfondito per oltre due ore in Camera di Consiglio, tutte le questioni proposte dalle parti, addivenendo ad una decisione ponderata e analizzata in tutte le sue pieghe.
In tutti questi mesi, nonostante la pendenza del provvedimento, il presidente, il dirigente e tutto il management dell’Ente hanno, comunque, continuato ad operare e lavorare per la crescita dei porti del sistema e in particolare per il porto di Brindisi; impegno confermato dai dati relativi ai traffici e alle proiezioni per l’immediato futuro.
“E’ risultato lampante il nostro assunto – commenta il presidente – ossia che l’infrastrutturazione di un porto non può costituire reato, atteso che si tratta di opere necessarie e indispensabili per garantire i livelli di security imposti dalla Legge e consentire allo scalo di adeguarsi ai propri competitor , italiani e stranieri. Un sincero ringraziamento va alla Comunità portuale brindisina e a tutti quegli operatori che hanno creduto nella correttezza e nella trasparenza della nostra azione amministrativa.”
Il presidente Patroni Griffi e il direttore del Dipartimento Tecnico Di Leverano sono stati difesi dagli avvocati Amilcare Tana, Vito Epifani, Luciano Marchianò, Carlo Enrico Paliero e Alfredo Gaito.