Al termine di scrupolose indagini svolte dai carabinieri di Santo Spirito, a Bari, sono stati tratti in arresto su ordinanza di custodia cautelare i cinque appartenenti al branco che lo scorso 11 giugno, sul lungomare di Palese, hanno selvaggiamente picchiato un 15 enne bitontino, causandogli gravissime lesioni. La vicenda ha visto il sostegno alla famiglia delle vittima da parte di cittadini e istituzioni locali.
La ricostruzione
Quel pomeriggio G.L., 15 anni, si reca al mare di Palese assieme ad altri due amici coetanei. Giunti in prossimità della spiaggia i tre vengono bloccati da un branco di 5 giovani del posto che li insultano utilizzando come pretesto la loro provenienza bitontina e gli impediscono di raggiungere il mare, costringendoli a seguirli per un tratto di strada verso l’interno della città. Lungo il percorso G.L. ed i suoi amici, compresa la situazione di pericolo, dopo aver finto di seguirli per alcuni metri, cercano di mettersi in salvo iniziando a fuggire con tutte le loro forze nella direzione opposta rispetto al branco.
G.L. purtroppo non ce la fa e viene raggiunto. Il più feroce fra loro, P.T. 20enne, noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti (che giunge a bordo di una bicicletta requisita ad un bambino che si trovava casualmente a passare) lo blocca e lo colpisce con un primo pugno violento al volto facendolo rovinare in terra e scatenando così la furia degli altri, tutti giovanissimi, P.S. 18enne, T.D. 18enne ed i minori B.A. 16enne e L.N. 17enne, che si accaniscono sulla vittima sferrando calci e pugni al volto.
La violenza del branco si arresta soltanto grazie all’intervento di una signora che richiama l’attenzione di altri adulti i quali riescono a soccorre G.L., facendo allontanare gli aggressori.
Il video
Le conseguenze
La ferocia dell’aggressione che ha causato gravissime lesioni alla giovane vittima, mascherata dall’odio per chi proviene da una città diversa, è stata una manifestazione di volenza fine a sé stessa; frutto dell’adesione a modelli di vita sbagliati, di atteggiamenti prevaricatori, di un pericoloso “gioco al controllo del territorio” che trova, come in questo caso, una risposta ferma delle Istituzioni anche quando i responsabili sono giovani o giovanissimi.
Le indagini sono state svolte dai militari nell’immediatezza dei fatti e sono state portate avanti in maniera incessante sino al raggiungimento di un quadro probatorio solido, non limitato alla raccolta dei filmati estratti dagli impianti di videosorveglianza ma arricchito dalla ricerca di tutte le fonti di prova utili, comprese le numerose testimonianze verbalizzate, messe a sistema con il contesto investigato. L’esito delle indagini, ha consentito così, in breve tempo, di poter ricostruire compiutamente quanto occorso quel tragico pomeriggio, giungendo agli odierni provvedimenti emessi dalle Autorità Giudiziarie baresi.
Gli arresti
L’esito degli accertamenti ha determinato le responsabilità per il concorso nella violenza privata e nelle lesioni, con le aggravanti di aver agito per futili motivi e con crudeltà.
Con l’esecuzione dei provvedimenti i tre maggiorenni sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Bari, mentre i due minori associati presso delle comunità di recupero.