In caso di urgenza, la visita oncologica viene eseguita, negli ospedali pubblici, in cinque giorni. Basti pensare che pagando il controllo di tasca proprio i giorni di attesa sono, mediamente, sei. E’ l’unica notizia positiva che emerge dall’ultima rilevazione sulle liste di attesa effettuata dal 22 al 26 luglio scorsi, il sistema sanitario pubblico pugliese resta ancora in affanno, pur mostrando dei segnali di miglioramento.
Qualche esempio: per una prima visita cardiologica un ammalato può dover attendere oltre tre mesi, a pagamento (regime Alpi) in nove giorni; per una mammografia l’attesa va dai due mesi ai 205 giorni, recandosi dal medico in privato nove giorni; per una risonanza all’addome 184 giorni; per una colonscopia 161 giorni (15 a pagamento); 85 giorni per un elettrocardiogramma (7 giorni in regime di Alpi); più di due mesi di attesa per un holter, in appena tre giorni pagando di tasca propria. Dove ci sono dei piccoli passi in avanti è nelle visite ed esami identificati con “priorità breve”, cioè quelli più urgenti e, quindi, non differibili: la legge prevede che dovrebbero essere svolti entro sette giorni dalla richiesta, in Puglia si va ancora molto oltre (anche 74 giorni per una risonanza all’addome oppure 47 giorni per un holter), però rispetto ad aprile i tempi si sono ridotti. Insomma, nonostante ormai la nuova legge per l’abbattimento delle liste di attesa sia entrata in vigore da sei mesi, non ci sono progressi evidenti.