Il giudice delle indagini preliminari ha “depotenziato” l’accusa di corruzione ipotizzata dalla Procura di Foggia nei confronti di Angelo e Napoleone Cera, del governatore Michele Emiliano e dell’assessore regionale al Welfare Salvatore Ruggeri in merito alla nomina, mai avvenuta, del commissario all’Asp di Chieuti. Però, i pm inquirenti non demordono e, prima di convocare nuovi testimoni, hanno dato mandato alla guardia di finanza di acquisire documenti anche dagli uffici della Regione Puglia.
L’ obiettivo è facile comprenderlo: il castello accusatorio si regge, al momento, solamente sulle intercettazioni ambientali e telefoniche, dialoghi che, però, non hanno convinto il giudice che possa esserci stato uno scambio di “favori” tra gli indagati e, cioè, la nomina a commissario dell’Asp di una persona vicina ai Cera in cambio di voti a sostegno del candidato sindaco di San Severo, Francesco Miglio, “caldeggiato” dal governatore. Secondo il gip, non c’è prova che possa collegare le due cose, la Procura ha provato a raccogliere qualche informazione in più convocando, il giorno prima degli arresti dei Cera, l’assessore Ruggeri ma quest’ultimo, da indagato, si è potuto avvalere della facoltà di non rispondere. Stessa cosa potrebbe fare Emiliano, se i pm dovessero decidere di ascoltarlo. Quindi, l’unica strada per gli inquirenti è quella di raccogliere nei pc e tra i documenti indizi tali da sorreggere l’ipotesi di reato contestato.
Per questo motivo, la guardia di finanza nei giorni scorsi ha effettuato delle perquisizioni e acquisizioni in Regione. Attività che proseguirà nei prossimi giorni. I pm, poi, attendono gli interrogatori di garanzia dei due politici foggiani finiti ai domiciliari: il giudice li ha fissati per martedì alle 14 e 30 e gli avvocati hanno annunciato che i loro assistiti risponderanno alle domande.