I carabinieri a Cassano delle Murge hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di B. A. 51enne del luogo, già agli arresti domiciliari, poiché detenuto per altra causa, ritenuto responsabile di estorsione continuata.
L’uomo era giù stato identificato come l’autore della rapina consumata a dicembre 2016, all’interno della galleria Auchan di Casamassima e non anche per le due estorsioni commesse in Casamassima, in concorso con altro correo, tra i mesi di ottobre e dicembre 2017.
In quelle circostanze, B.A. unitamente ad un complice, usò la tecnica del cosiddetto “cavallo di ritorno”: inizialmente promise alle vittime di furti d’auto il ritrovamento delle loro autovetture rubate; poi, mediante minaccia della mancata restituzione delle stesse, costrinse i legittimi proprietari a versare in cambio denaro in contanti.
Il secondo sentativo che cercò di porre in essere nel mese di dicembre 2017, non andò a buon fine grazie all’intervento dei militari della Stazione di Casamassima e della Compagnia di Gioia del Colle. Le relative indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, confermarono i fatti e consentirono di raccogliere gli elementi probanti tali da formare una solida piattaforma indiziaria a carico di B.A. che veniva così arrestato.
Nei giorni seguenti dello stesso mese di ottobre 2018, l’uomo venne tratto in arresto in esecuzione ad altra ordinanza di custodia cautelare in quanto, con un altro complice, anche lui arrestato, il pomeriggio del 14 dicembre 2016, con un auto risultata compendio di furto, armato di pistola e martello, dopo aver raggiunto uno degli ingressi del citato Centro Commerciale, immobilizzò un vigilante e la commessa della gioielleria ivi ubicata ed infranse le vetrine dei preziosi, rapinando gioielli in oro e monili per un valore complessivo di euro 37.000,00. All’epoca le indagini furono particolarmente articolate e complesse. I Carabinieri per identificare gli autori si avvalsero anche di riscontri tecnici e furono tra l’altro comparate le tracce ematiche rinvenute sulla scena del crimine con il Dna dei due sospettati che vennero così individuati quali autori del delitto.