Un prologo musicale il primo novembre apre la stagione 2019-20 del Teatro Palazzo di Bari. Un nuovo viaggio tra canzoni e risate, testi della tradizione e maestri del palcoscenico, riflessioni sull’oggi e incursioni nel mondo dell’arte. Le oltre ottomila presenze dello scorso anno hanno consolidato il feeling con il pubblico barese, costruito negli ultimi anni grazie al costante lavoro di ricerca sotto la guida del direttore artistico Titta de Tommasi.
Il Teatro Palazzo ancora una volta gioca sui contrasti, sulla diversità di registri e atmosfere, puntando a quel sottile equilibrio tra qualità artistica e vocazione popolare che ne fa un punto di riferimento nella realtà culturale cittadina.
Sono otto gli spettacoli che compongono il composito cartellone del Palazzo. La stagione avrà inizio con “66-67”, venerdì 1 novembre alle 21, spettacolo ideato dall’attore Alessio Boni e dal rocker Omar Pedrini dedicato alle canzoni che, dagli anni Sessanta ad oggi, sono entrate nell’immaginario collettivo. Da John Lennon ai Pink Floyd, passando per Bowie, Marley e tanti altri, la voce di Alessio Boni guida il pubblico alla scoperta di testi spesso poco conosciuti, perché in lingua inglese e quindi non compresi da tutti; Omar Pedrini, supportato da una band di grande potenza, li farà gustare al pubblico nella loro versione originale.
Giulio Scarpati e Valeria Solarino saranno Alceste e Celimene, una delle coppie più note del palcoscenico: tragici e comici, non si capiscono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si detestano eppure faticano a separarsi. Sabato 7 dicembre alle 21 e domenica 8 alle 18.30, va in scena “Il Misantropo” di Molière, celebre commedia che mette alla berlina ipocrisie e convenzioni alla corte del Re Sole con la regia di Nora Venturini.
Si torna al contemporaneo sabato 14 dicembre alle 21, con lo one woman show di Lunetta Savino protagonista di “Non farmi perdere tempo (tragedia comica per donna destinata alle lacrime”, testo e regia di Massimo Andrei. Una grande prova d’attrice costantemente in bilico tra commedia e dramma che ci racconta il valore del tempo a disposizione di una donna sola che, a un certo punto della sua vita, decide di affrontare e concludere molte delle faccende ordinarie e straordinarie che ha sopportato, rimandato o lasciato in sospeso per molto tempo. Lo spettacolo ha debuttato con successo al Napoli Teatro Festival quest’anno.
Giovedì 9 gennaio, alle 21, ancora un grande autore, Luigi Pirandello e un interprete d’eccezione, Leo Gullotta protagonista assoluto attorniato da coro di personaggi tipici della sicilianità in “Pensaci, Giacomino”, testo di condanna della bigotta società della calunnia, incentrato su un atto di generosità compiuto da un professore di liceo prossimo alla pensione in una piccola città di provincia.
Giovedì 27 febbraio, alle 21, andrà in scena un testo che non ha bisogno di presentazioni: “Parenti serpenti” di Carmine Amoroso per la regia di Luciano Melchionna, che si è aggiudicato il premio come miglior spettacolo al Festival di Borgio Verezzi. Un Natale in famiglia, parenti che si riuniscono nel paesino d’origine, un annuncio inaspettato pronto a spezzare la routine festiva. Risate assicurate grazie al mattatore-capofamiglia Lello Arena circondato da un formidabile gruppo di attori alle prese con una storia portata al successo in versione cinematografica da Mario Monicelli nel 1992.
“Regalo di Natale”, liberamente ispirato all’omonimo film di Pupi Avati, adattato per il teatro da Sergio Pierattini (regia di Marcello Cotugno), sarà al Palazzo domenica 29 marzo alle 18.30. La notte di Natale, intorno a un tavolo da poker si ritrovano quattro amici di vecchia data e un misterioso avvocato – interpretati da Giovanni Esposito, Gigio Alberti, Fulvio Pepe, Valerio Santoro e Gennaro Di Biase – per una partita molto poco amichevole. Una resa dei conti che porterà a galla tradimenti, menzogne, inganni e fallimenti e che, nella sua versione cinematografica regalò al compianto Carlo Delle Piane la Coppa Volpi per la miglior interpretazione.
Due le proposte del Teatro Palazzo fuori abbonamento. La prima, domenica 16 febbraio, alle 21, è il quarto spettacolo d’arte di Vittorio Sgarbi che dopo Caravaggio, Michelangelo e Leonardo, porta a compimento un trittico rinascimentale indagando il genio artistico di “Raffaello” Sanzio. Nel 2020 ricorrono i 500 anni dalla scomparsa del pittore e architetto urbinate e Vittorio Sgarbi ha scelto di ripercorrere la sua opera, vitale per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire. Un percorso ancora una volta teso a disvelare le tracce premonitrici della contemporaneità contenute nella sua arte, con il supporto degli intermezzi musicali del violino di Valentino Corvino e le scenografie di sei video-artisti invitati da Sgarbi a interpretare, ciascuno con il proprio linguaggio, una sezione dello spettacolo.
La parola è al centro anche della seconda proposta fuori abbonamento. “L’amaca di domani (Considerazioni in pubblico alla presenza di una mucca)”, in scena sabato 21 marzo, alle 21, è la naturale evoluzione teatrale della rubrica quotidiana, L’Amaca appunto, a cura di Michele Serra che da 27 anni commenta, analizza, disseziona i fatti italiani. Sul palco il giornalista e autore televisivo, confessandosi a una mucca, apre la sua bottega di scrittura, facendo riemergere persone, storie, star vere e fasulle, il costume, la politica, raccontati in questi anni. Regia di Andrea Renzi.
Info: info@teatropalazzo.com – 080/9753364 – 366/1916284