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Trani, era l’incubo dei negozianti: arrestato 38enne per tre estorsioni

Pubblicato da: redazione | Lun, 7 Ottobre 2019 - 12:30

I carabinieri di Trani hanno arrestato Patrizio Romano Lomolino, classe ’81, ritenuto responsabile di aver perpetrato, tra gennaio e maggio del 2019, tre tentativi estorsivi, di cui uno in concorso con altro indagato a in stato di libertà (F.S., classe ’95 di Trani), ed uno consumato.

L’attività d’indagine è stata avviata dalla Procura a seguito del rinvenimento di 13 chili di tritolo e l’arresto di Gaetano Arnesano, 66enne originario del Brindisino, che oltre a detenere detto esplosivo, aveva un ordigno da lui fabbricato e pronto all’uso contenete 3 chili di tritolo. Gli immediati accertamenti della Procura di Trani, hanno fatto emergere un contesto criminale per cui è risultata competente la Procura distrettuale di Bari che ha proseguito l’attività d’indagine sino all’emanazione dell’ordinanza.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Bari –Ufficio G.I.P., su proposta della Procura Distrettuale del capoluogo poiché i reati sono risultati aggravati dal “metodo mafioso”.

Infatti l’ordinanza che dispone l’arresto riconosce all’indagato l’aver fatto leva sulla sua notoria contiguità a sodalizi criminali organizzati al fine di ottenere un ingiusto profitto in danno di due imprenditori: il primo, a cui veniva richiesta senza alcun esito la somma contante di 3.000 euro, è attivo nel settore immobiliare; il secondo invece è titolare di una impresa funebre e, secondo gli inquirenti, è stato vittima di due tentate estorsioni ed una consumata. Precisamente a quest’ultima vittima sarebbe stato imposto di stampare un manifesto funebre (del costo di circa 60/80 euro) in favore di persona vicina al Lomolino.

Mentre i restanti due tentativi sono stati documentati attraverso attività d’intercettazione (l’arrestato minacciava la vittima di dar fuoco alla sua impresa) e di osservazione, controllo e pedinamento. Infine, l’ordinanza di custodia cautelare contesta anche violazioni alla sorveglianza speciale cui Lomolino era sottoposto all’epoca dei fatti poiché faceva uso di telefono cellulare e frequentava persone con pregiudizi di polizia a lui vietato.

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