Un video di circa 8 minuti con le immagini di lamiere accartocciate e cadaveri coperti da lenzuoli è stato proiettato durante l’udienza del processo sul disastro ferroviario che il 12 luglio 2016, sulla tratta tra Andria e Corato, causò la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri.
Il video, con immagini girate da terra e da un elicottero della polizia scientifica, ha ricostruito l’intera giornata del disastro, dai primi rilievi nell’immediatezza dell’incidente con i corpi ancora a terra tra gli ulivi e i soccorsi all’interno dei vagoni distrutti dall’impatto, fino alle ultime ricerche a notte fonda. Le immagini hanno provocato commozione tra i familiari delle vittime presenti in aula. «Le ricostruzioni che hanno mostrato mi hanno causato un immenso dolore anche perché domani sarebbe stato il compleanno di mia sorella», ha commentato Anna Aloysi, sorella di Maria. «Ha fatto male. Erano immagini che non avevamo mai visto. Guardando quelle girate all’interno dei vagoni, – ha detto Daniela Castellano, figlia di Enrico, altra vittima del disastro – sembrava di essere lì. Un dolore fortissimo, è stato terribile pensare che tra quei finestrini rotti e le montagne di lamiere e detriti c’erano i nostri cari».
Dopo la proiezione e l’audizione del primo testimone dell’accusa, Giovanni Meoli della Polfer, che ha spiegato tra le altre cose come avveniva il sistema del blocco telefonico su quella tratta, sono stati acquisiti i verbali di alcuni dei testi citati e le relazioni medico-legali. Sono stati anche acquisiti i supporti audio delle telefonate tra il dirigente centrale operativo di Bari e le stazioni di Andria e Corato della linea Ferrotramviaria nei minuti precedenti lo scontro e ne è stata disposta la trascrizione. Si tornerà nell’aula bunker di Trani il 9 ottobre per l’affidamento dell’incarico al perito e l’audizione di altri testi. Nel processo sono imputate la società Ferrotramviaria e 17 persone, dipendenti e dirigenti dell’azienda pugliese di trasporti e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Sono costituiti parti civili i familiari delle vittime, i Comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, diverse associazioni e la Regione Puglia, citata anche come responsabile civile insieme con Ferrotramviaria e con il Mit.