A Bari le nuove leve dei clan «cercano di imporre nuovi linguaggi e nuovi codici», con violenza. Così in una nota il deputato Paolo Lattanzio, capogruppo M5s in commissione Cultura ed esponente della commissione Antimafia. Borderline24 ha sollevato il problema con un articolo che riporta alcune intercettazioni emblematiche: “Siamo come quelli di Gomorra”, dicono alcuni indagati.
«Ciò che emerge dalle intercettazioni dei carabinieri, nelle indagini sull’omicidio di Michele Ranieri – sottolinea – nel quartiere San Pio l’11 settembre, non lascia dubbi. A Bari, i giovani dei clan dicono di essere aggomorrati, cioè di comportarsi come i malavitosi di Gomorra». Per questo il deputato ha presentato una interrogazione alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, per sollecitare, scrive, «una strategia di contrasto alle mafie, che coinvolga le associazioni e gli attori istituzionali nella costruzione di un’antimafia diffusa e partecipata, basata innanzitutto sulla prevenzione e non solo sulla repressione, da attuare nella città di Bari ed in tutte le realtà» analoghe.
«L’attività messa in atto dal ministero degli Interni nello scorso Governo non ha prodotto nessun risultato – afferma Lattanzio – poiché ha rimarcato soltanto la necessità di un controllo armato e di natura repressiva, a dispetto dell’esigenza e del bisogno anche di un fattore ‘educativò e basato sulla prevenzione». «Oltre al prezioso lavoro delle Forze dell’ordine e delle Procure – prosegue Lattanzio – è necessario che il contrasto alle mafie parta dal basso, dalla dimensione quotidiana e familiare, dalle scuole e dai luoghi di aggregazione». «Auspico che con la nuova ministra siano messe in atto strategie differenti e più efficaci – conclude – che puntino sull’educazione alla legalità e sul contrasto preventivo e non solo repressivo alle mafie».