Con la fine della stagione balneare è giunta al termine anche l’Operazione “Mare Sicuro”, con cui tradizionalmente la Guardia Costiera intensifica l’attività operativa da giugno a settembre, dispiegando uomini e mezzi lungo le coste per assicurare il costante monitoraggio delle attività marittime e costiere, e garantire la libera e sicura fruizione delle spiagge e degli specchi acquei.
Anche l’estate 2019 si è caratterizzata per una notevole affluenza di turisti, e quindi per un massiccio afflusso di bagnanti e diportisti lungo gli oltre 800 chilometri di coste pugliesi.
L’attività giornaliera di controllo e pattugliamento, che ha visto impegnati complessivamente 400 uomini e 63 unità navali, tra battelli veloci e motovedette d’altura, ha richiesto un notevole sforzo operativo per garantire costantemente il regolare e tranquillo svolgimento di tutte le attività turistico- balneari.
A consuntivo dell’attività svolta in ambito regionale, si segnalano 71 unità soccorse in mare (di cui 67 tra natanti e imbarcazioni da diporto, con netta prevalenza delle unità a motore), a cui si aggiunge il salvataggio in mare di ben 203 vite umane (tra queste 133 diportisti e 57 bagnanti), a dimostrazione che la tempestività degli interventi, anche in condizioni meteo marine proibitive per via dell’improvviso intensificarsi del vento e dell’azione della corrente, ha consentito di recuperare e portare in salvo un significativo
numero di persone.
I controlli svolti nel corso dell’attività di vigilanza sia a mare che a terra sono stati complessivamente 44.646 (di cui 13.446 in materia ambientale, 4.606 in materia di diporto e 6.492 sul demanio marittimo), con la elevazione di 1.440 verbali per illecito amministrativo (di cui ben 264 per violazione delle ordinanze balneari) e 125 notizie di reato con prevalenza (ben 67) per occupazione abusiva di aree demaniali marittime. Numerose le operazioni, infatti, che dal Gargano al Salento, passando per tutto il litorale a sud di Bari, hanno consentito di restituire al pubblico uso tanti tratti di arenile abusivamente occupati da improvvisati gestori di strutture balneari non autorizzate, e spesso prive delle prescritte dotazioni per assicurare il servizio di salvamento.
Il dato complessivo comprende anche gli oltre 2.200 controlli in materia di pesca, che hanno condotto a 61 azioni repressive, tra reati e illeciti amministrativi accertati, consentendo di sottrarre alla vendita ingenti quantitativi di prodotto ittico di cui è vietata la cattura, ovvero non tracciato ed etichettato, e quindi destinato a finire sulla tavola di ignari consumatori.