“Il Che, mio fratello”. Juan Martìn Guevara è tornato in Italia e dopo la Toscana ha incontrato gli studenti in Puglia e in Campania, per presentare il libro sul fratello Ernesto, leader della rivoluzione cubana. Ieri il tour di Juan Martìn ha fatto tappa a Bari, in mattinata nell’auditorium delle Culture del Liceo Scientifico “Salvemini” al quartiere Japigia in via Prezzolini. Poco dopo si è recato nell’istituto comprensivo “Massari-Galilei” in via Petrera in cui è stato accolto da oltre 350 ragazzi.
Il libro è frutto della decisione di condividere la vita privata della famiglia Guevara, prima e dopo la nascita del “Che”, anche come forma di “restituzione” al mondo di un uomo che, prima di essere il militante libertario e rivoluzionario, era semplicemente “Ernestito”. Juan Martín Guevara compie un’intensa, e a tratti dolorosa, incursione nella propria storia privata attraverso il messaggio del Che: “La necessità di continuare a lottare in un mondo sempre più ingiusto e devastato”.
“Essere il fratello del Che non è una cosa semplice – ha detto Juan Martin -. Quando le persone lo scoprono, rimangono sconcertate. Cristo non può avere fratelli e sorelle. Il Che è un po’ come Cristo”. E scrive così del fratello: “Quando, dopo la nostra partenza, lo riceverà all’Avana con Simone de Beauvoir, Sartre sarà molto sorpreso di scoprire dietro al guerrigliero un uomo intelligente ed erudito”.