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Bari, a Neonatologia dolori e paure si affrontano nei “gruppi di parola”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Lun, 23 Settembre 2019 - 06:30

Uno spazio per le famiglie, per quei genitori che hanno perso un figlio, per quei bambini che non hanno potuto abbracciare i loro fratellini e le loro sorelline. Uno spazio che le istituzioni “forse” considerano inutile perché non prevedono neanche un euro per finanziarlo, ma che in realtà rappresenta un faro nei momenti bui delle famiglie pugliesi. A Bari è stato riaperto, grazie alla Fondazione No Pain, il progetto “Pochi grammi di coraggio”, uno sportello psicologico nel reparto di Neonatologia e Tin del Policlinico.

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A curarlo è la dottoressa Alessandra Cervinara. “Il progetto è nato nel 2012 ed ora dopo una sospensione lo abbiamo riattivato grazie al finanziamento e al sostegno della fondazione No Pain – spiega a Borderline24, Cervinara – ci sono diversi momenti che organizziamo. Ci sono interventi mirati individuali, di coppia o incontri con fratelli e sorelle all’interno del reparto. Ci sono i gruppi di parola sia per i genitori sia per i bambini (dai sei anni) per aiutarli ad affrontare il lutto. Noi ci troviamo a vivere e ad accompagnare i genitori in questo percorso che stanno affrontando in Neonatologia: li affianchiamo per comprendere meglio quanto sta loro accadendo e certe volte collaboriamo con i medici nelle comunicazioni più dure”.

Il progetto però non è mai stato finanziato dal Policlinico ma da un ente privato, la Fondazione No Pain, una associazione che è nata grazie alla volontà di genitori di Bari e della Puglia. “Un anno abbiamo tenuto in vita il progetto anche senza fondi – continua Cervinara – per volontariato, ora è stato rinnovato ma per sei mesi”.

Eppure si tratta di un progetto di grandissima importanza, un sostegno concreto per aiutare tutte quelle famiglie che si trovano all’improvviso a gestire lutti o anche malattie che colpiscono i loro piccoli.

“Da diversi anni – scrive il primario di Neonatologia Nicola Laforgia – cerco inutilmente di  convincere i signori amministratori che non prevedere la figura dello/a psicologo/a in un reparto come il nostro è segno di grave disinteresse per i genitori e per il personale. Si pensi solo alle problematiche del lutto, dei ricoveri prolungati, del burn-out. Solo grazie alla Fondazione NOPAIN e alla famiglia Scalera abbiamo potuto adesso rinnovare un progetto semestrale con la dott.ssa Alessandra Cervinara. Continuo a sperare che i signori amministratori vogliano provvedere per rendere stabile questo fondamentale ruolo. Come in tante realtà simili”.

Una domanda che giriamo anche noi di Borderline24 agli amministratori, ai politici, a tutti coloro che si trovano a decidere se un progetto va finanziato o meno: aiutare le famiglie che stanno affrontando un lutto o una grave situazione, aiutarle a capire cosa sta accadendo nella loro vita, non deve essere un qualcosa “in più”, deve diventare una prassi.

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