“Sono ancora eccitato, ho passato una serata fantastica”. Così l’appassionato di calcio Andy Floyde riassume le emozioni vissute durante il match di Serie C tra Bari e Reggina (1-1), giocato domenica scorsa allo stadio San Nicola.
Tifoso dello Sheffield Wednesday, società calcistica nel South Yorkshire, in Football League Championship, ha scelto di chiudere la sua vacanza in Puglia lunga due settimane insieme a 14 mila tifosi biancorossi. Con indosso la maglia ufficiale della squadra del cuore ha convinto la sua compagna a salire al centro della Curva Nord: scenografia, megafoni, bandiere. Enormi differenze rispetto al Regno Unito, sia per la passione che per gli aspetti negativi.
“In Inghilterra sono un abbonato – commenta Floyde – vado a tutte le partite in casa e la maggior parte di quelle in trasferta: ho visitato 57 dei 92 campi del campionato inglese. Odio andare in nuovi stadi che sono tutti uguali solo contenitori moderni senza carattere o anima. Entrambe le squadre mi ricordano i primi anni ’90 quando ero un adolescente e il football italiano era molto popolare sulla tv inglese sul nostro canale 4″.
Tra Sheffield e Bari, il nord e sud d’Europa, ci sono grandi differenze sia dentro che fuori dal campo. Floyde racconta che “i tifosi italiani sono così diversi dal Regno Unito. Canti per tutta la partita anche se lo stadio era pieno a metà erano così rumorosi. In Inghilterra per la salute e la sicurezza dobbiamo sederci tutti nei nostri posti designati e ci viene detto di non alzarci. Generalmente nelle partite in casa devi sederti, il che rovina l’atmosfera ma alle partite in trasferta tutti si alzano. In Italia l’atmosfera, i bagliori, le sciarpe, le bandiere e gli altoparlanti sono sorprendenti, adoro la passione su quei volti dei fan”.
Inevitabile l’accoglienza calorosa di chi occupa il settore più caldo del San Nicola: “Mi sono seduto in mezzo alla Nord – aggiunge Floyde – e i fan sono stati fantastici tutti cercando di parlare con me e chiedere della mia maglia e squadra. Ho adorato, Phil Masinga, Klass Ingesson che hanno giocato per Sheffield insieme a Poalo Di Canio e Benito Carbone che erano i miei eroi della fanciullezza”.
In aggiunta una osservazione (da un punto di vista esterno) sulla qualità del servizio offerto al pubblico: “Le strutture allo stadio sono di livello molto basso rispetto al Regno Unito, il nostro stadio sarebbe chiuso. In Inghilterra i team che si trovano in campionati non professionisti hanno strutture migliori”. Sulla sicurezza aggiunge: “Non ho avuto problemi, tutti sono stati amichevoli con me, ma nel Regno Unito hanno centinaia di steward e di polizia ai varchi e sono rimasto sorpreso che a Bari ci fossero solo una manciata di steward. Non intendo sembrare irrispettoso poiché ho amato il luogo, spero che i nuovi proprietari assicurino uno stadio di buon livello”. Fondamentale il supporto tramite social network che ha permesso di far incontrare la coppia inglese con altri tifosi locali, in particolare Roberto Romito.