Cemento e asfalto continuano ad avanzare in Italia. Nel 2018 è stata distrutta nel Paese una superficie verde di 51 chilometri quadrati, equivalente alla città di Bologna. In media, sono spariti due metri quadri di bosco e prato al secondo.
Fra le città, Roma è quella che ha perso più verde; fra le regioni il Veneto. I numeri del consumo del suolo in Italia li hanno dati oggi l’Ispra, il centro studi del ministero dell’Ambiente, e il Sistema nazionale di protezione dell’Ambiente (Snpa). Il rapporto sulla cementificazione del Paese, riferito al 2018, è stato presentato al Senato alla presenza del ministro Sergio Costa (M5S). In Italia l’anno scorso sono stati coperti con cemento o asfalto 51 chilometri quadrati di territorio, in media 14 ettari al giorno, 2 metri quadrati al secondo. La velocità della copertura sembra essersi stabilizzata, ma è ancora molto lontana dagli obiettivi europei, che prevedono l’azzeramento del consumo di suolo netto (il bilancio tra la copertura e l’aumento di superfici naturali attraverso interventi di demolizione, de-impermeabilizzazione e rinaturalizzazione).
Ogni italiano ha in «carico» oltre 380 metri quadrati di superfici coperte. La sparizione del verde ha voluto dire 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica assorbite in meno. L’impermeabilizzazione del terreno ha comportato 250 milioni di metri cubi di acqua che sono scivolati via nei fiumi e non sono finiti nelle falde sotterranee di acqua potabile. Roma, con un incremento di superficie artificiale di quasi 75 ettari, è il comune italiano con la maggiore trasformazione, seguito da Verona (33 ettari), L’Aquila (29), Olbia (25), Foggia (23), Alessandria (21), Venezia (19) e Bari (18). Milano ha spazzato via 11 ettari di aree verdi. In controtendenza Torino, che inverte la rotta e inizia a recuperare terreno (7 ettari di suolo riconquistati nel 2018).
Il Veneto è la regione con gli incrementi maggiori (+923 ettari), seguita da Lombardia (+633 ettari), Puglia (+425 ettari), Emilia-Romagna (+381 ettari) e Sicilia (+302 ettari). Rapportato alla popolazione residente, il valore più alto si riscontra in Basilicata (+2,80 m2/ab), Abruzzo (+2,15 m2/ab), Friuli-Venezia Giulia (+1,96 m2/ab) e Veneto (+1,88 m2/ab)