Le scuole di ogni ordine e grado a Bari e provincia hanno cominciato il nuovo anno senza tutti i collaboratori scolastici. Un disagio enorme in termini di sicurezza ma anche di organizzazione degli stessi istituti. Pensiamo ad esempio alle scuole dell’infanzia: ci sono plessi che si ritrovano con meno unità e con ripercussioni anche solo per accompagnare i piccoli al bagno.
Le scuole di Bari e provincia hanno chiesto al provveditorato 450 collaboratori in più, considerando le esigenze di ciascun istituto. Ma da Roma ne sono state riconosciute solo 229, le cui assegnazioni sono state completate nella giornata di oggi. Quindi ci sono istituti che è vero che hanno ad esempio meno alunni, ma che si ritrovano con pochi collaboratori a gestire strutture su più piani.
“Il problema c’è e c’è sempre stato – denuncia Ezio Falco, segretario provinciale Flc Cgil Bari – nel senso che da quando abbiamo ricevuto i tagli del 2009 con la Gelmini e poi con il governo Renzi, province come la nostra che non sono province con un andamento demografico positivo (ci sono meno nascite e quindi meno alunni) subiscono la riduzione del personale. Ma in realtà anche se la popolazione scolastica si riduce, i plessi quelli sono e ci sono casi in cui appunto c’è un solo collaboratore su un intero piano. Ecco perché i dirigenti hanno chiesto posti in deroga, che però non sono stati assegnati tutti. Poi – aggiunge Falco – c’è la storia della stabilizzazione dei lavoratori di pulizia. Per pagare questi contratti le scuole dove ci sono le imprese di polizia subiscono un drastico abbattimento sull’ organico di diritto dei collaboratori. Abbattimento che però viene calcolato in base all’organico del 2009 quindi prima dei tagli. Con ripercussioni gravissime sulle scuole. Dal primo gennaio dovrebbe esserci la soluzione a questo problema: il personale delle pulizie (secondo determinati requisiti) dovrebbe transitare alle dipendenze dello Stato diventando quindi collaboratore scolastico. In questa maniera non ci dovrebbe essere abbattimento”.
Ma fino ad allora? Le scuole restano con pochi bidelli, docenti in supplenza e tanta precarietà, il tutto a svantaggio degli studenti.
“Il nuovo anno scolastico parte in salita – denuncia Roberto Calienno, segretario regionale della Cisl Scuola – il reclutamento del personale docente, ma anche del personale ATA, deve essere una priorità. Occorre indire nuove procedure concorsuali ordinarie per i tanti aspiranti in possesso di idoneo titolo di studio, ma, al tempo stesso, è indispensabile arginare il fenomeno del precariato nella scuola. Si può trovare una soluzione solo attivando parallelamente procedure di reclutamento miranti alla stabilizzazione qualificata di tutto quel personale precario che da troppi anni assicura con serietà e professionalità il regolare svolgimento dell’anno scolastico”.
“L’avvio del nuovo anno – conclude – è stato caratterizzato da penuria di personale docente ed ata con ripercussioni gravissime sulla qualità del servizio. Quest’anno è più corretto parlare di una vera e propria emergenza che però poteva e doveva essere evitata. Si tratta di un’emergenza frutto di ritardi non sempre giustificabili. Il MIUR, ad esempio, ha autorizzato le immissioni in ruolo solo il giorno 1 agosto 2019, ovviamente ciò ha comportato che gli Uffici Scolastici Regionali hanno potuto effettuare le complicate operazioni di nomina in ruolo a partire dal 10 agosto con tutte le complicazioni del caso”.