Una speranza per il futuro della Puglia olivicola colpita dalla Xylella arriva dal primo olio ottenuto dagli ulivi immunizzati, ottenuti grazie all’innesto di piante malate con varietà resistenti di Leccino le quali, dopo tre anni, sono tornate a produrre in Salento, a Gagliano del Capo (Lecce).
La spremitura di queste olive, una molitura anticipata grazie al clima, si è svolta alla presenza di frantoiani, agricoltori, consumatori e rappresentanti del mondo della ricerca, all’interno dell’azienda agricola di Giovanni Melcarne. Al battesimo della prima spremitura, che ha aperto idealmente la raccolta in Puglia, erano presenti anche i vertici regionali di Coldiretti: «È un segnale di rinascita per la provincia di Lecce che grazie alle varietà resistenti dovrà recuperare un patrimonio inestimabile, perso – afferma Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia – per ritardi, scaricabarile e mancata determinazione nella lotta al batterio che ha causato danni da 1,2 miliardi di euro».
In Puglia si produce oltre la metà dell’olio Made in Italy, con un extra vergine stimato nel 2019 in aumento del 70-80% dopo il drastico crollo dell’anno scorso a causa delle calamità – spiega Coldiretti – e grazie alla ripresa straordinaria delle aree di Bari, Bat e Foggia, con ottime performance di Taranto e Brindisi ma con uno scenario produttivo a Lecce che stima «un calo del 90-95% rispetto alle medie storiche, perché sia nell’area Ionica che nell’Adriatica la produzione di cellina e ogliarola è azzerata – riferisce Coldiretti – e risultano produttive solo le piante di leccino».