Due frise con gamberi e due birre 44 euro: è questo il conto che si è visto consegnare Sergio Valentini, già presidente dell’Associazione commercianti di Piazza Sant’Oronzo, cliente, nei giorni scorsi di un lido a Torre Lapillo.
Valentini ha fotografato gli scontrini e aperto una polemica su facebook: “Oggi mi rendo conto di non potermi più permettere un lido così, e lascio spazio ai vips – scrive Valentini nel suo post- perciò l’anno prossimo anziché un mese faremo 2 mesi in Montenegro. Almeno i soldi sono ben spesi. Buon proseguimento di vacanze”.
La replica del ristoratore non si è fatta attendere: “Mi intrometto nella discussione dato che in quella struttura ci lavoro da 10 anni e conosco nei minimi dettagli l’accaduto. Partiamo dal presupposto che una frisa di grano pugliese, con lievito madre, pomodori, olio, rucola e capperi (tutti prodotti di qualità e a Km0), servita in un piatto in foglia di palma biodegradabile costa solo 5 euro. La frisa che ha preso lei, è la più costosa del menù, fatta con grano Senatore Cappelli, stracciatella, tartare di gamberi e pinoli, al costo di 14 euro. La sua costava 16 euro, perché anziché alzarsi dal suo comodo lettino, fare la fila per ordinare, aspettare la preparazione, trovare un posto per sedersi e mangiare e ritornare sul suo comodo lettino, ha preferito ordinare direttamente e comodamente presso la sua postazione, alla cifra ridicola di soli 2 euro in più. Stessa cosa per la birra, pagata 6 euro anziché 4.50, ma servita sempre al suo comodo lettino, in una boule con ghiaccio, quindi soli 1.50 in più”.