Quasi la metà dei detenuti italiani presenti nelle carceri, 26.655 pari al 44% del totale, proviene da sole quattro regioni meridionali più popolose: Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. E spesso chi finisce in carcere arriva da situazioni di povertà economica e culturale.
È quanto riportato nel Rapporto di metà anno sulle carceri italiane redatto da Antigone e presentato oggi. Se si sommano gli stranieri e i detenuti provenienti dalle quattro regioni meridionali più popolose si arriva al 77% del totale dei detenuti. Se si aggiungono anche i detenuti provenienti da Sardegna, Basilicata, Abruzzo e Molise si supera l’80%. Tutto il resto del Paese, rileva il Rapporto, tendenzialmente più ricco, produce un quinto della popolazione detenuta, pur costituendo circa i due terzi dell’Italia libera. Oltre mille detenuti sono analfabeti, di cui ben 350 italiani.
In Italia gli analfabeti sono lo 0,8%. In carcere la percentuale raddoppia. Inoltre ben 6.500 detenuti, più del 10% del totale, hanno solo la licenza elementare. I laureati sono poco più dell’1% (698), mentre nella società libera sono il 18,7%. «Investire sull’educazione e sul welfare costituisce una forma straordinaria di prevenzione criminale. Nei tempi brevi non produce consenso. Nei tempi lunghi produce sicurezza», sottolinea Antigone.