La Sinistra e un pezzo del Pd rompono con Michele Emiliano e si propongono come alternativa al governatore in vista delle Regionali del 2020. Il centrosinistra si spacca a meno di 10 mesi dalle prossime elezioni e rischia di regalare un assist vincente al centrodestra pugliese.
Attraverso un documento, firmato dall’associazione “La Giusta Causa”, “La Puglia in Più” di Dario Stefàno (Pd), da Elena Gentile (Pd), Fritz Massa (Pd), Mimmo Santorsola (Sinistra) e
Sinistra Italiana, viene sancita quella che appare, almeno per il momento, una scissione dalla coalizione del governatore pugliese. Anche se c’è tempo e spazio per recuperare l’unità.
“Nel febbraio scorso – si legge nel documento – abbiamo convocato un confronto pubblico sulle condizioni e le prospettive della sinistra in Puglia, non a caso denominato Prima le idee, a seguito della volontà, espressa da alcuni rappresentanti dell’attuale maggioranza, di indire le primarie per scegliere il candidato presidente alla Regione con largo anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato e senza alcuna discussione sul merito delle politiche regionali. A nostro avviso questa scelta costituiva un maldestro tentativo di tutelare il ceto degli “eletti” e avallare l’allargamento della coalizione, originariamente di centrosinistra, a esponenti e
rappresentanti della destra, prescindendo da qualsiasi giudizio sulle scelte del governo regionale in materie essenziali per la vita dei cittadini pugliesi, dalla agricoltura alla sanità, dalla tutela dell’ambiente alle strategie per il lavoro, aggravando la crisi di consenso del campo democratico e progressista”.
“La crescita esponenziale della destra reazionaria ed eversiva alle elezioni europee anche in Puglia – si legge ancora – ha confermato questa tendenza, dimostrando che il trasformismo non paga neppure dal punto di vista elettorale. Il voto per i Comuni ha infatti contemporaneamente premiato, all’opposto, le amministrazioni locali virtuose che si sono
contraddistinte per una proposta coerente e credibile, soprattutto a Bari, dove il sindaco uscente è stato rieletto al primo turno con una percentuale vicina al 70% dopo aver espressamente rifiutato accordi con transfughi della destra. Oggi il cosiddetto “tavolo del centrosinistra” ripropone, a distanza di pochi mesi, lo stesso, identico schema al solo scopo di stroncare sul nascere qualsiasi discussione sul futuro della coalizione, ignorando le numerose e autorevoli voci dissenzienti anche dall’interno del Partito democratico. Alla richiesta di indire le primarie nel 2020 per consentire una partecipazione più larga e una discussione approfondita sul programma, si è risposto con il sarcasmo e l’ostinata riaffermazione della propria, presunta autosufficienza”.
Quindi “è necessario riprendere e proseguire il percorso avviato dall’assemblea del 23 febbraio scorso per arrivare a un confronto fra proposte, e non solo fra candidati, con regole chiare e in tempi adeguati. Ignorare questa necessità sarebbe un errore che la sinistra non può permettersi: abbiamo bisogno più che mai di idee nuove per la rigenerazione politica e sociale della Puglia”. L’annuncio: “Il 21 settembre una grande assemblea a Bari, per definire il programma”. Chi sarà l’interprete di questo programma?