I direttori generali delle Asl pugliesi sono stati diffidati per non aver pubblicato i dati relativi alle liste di attesa.
“E stata violata la legge sulla pubblicazione dei dati sui tempi d’attesa in sanità e sui bilanci dell’attività a pagamento”, dice il consigliere regionale Fabiano Amati (Pd). “Come al solito – prosegue – le omissioni servono a sostenere e a coprire un sistema resistente alle leggi e opaco, che forse non si vuol cambiare per avallare l’interesse di pochi e a dispetto del disagio di tanti. Ho scritto ai Direttori generali per diffidarli all’osservanza della legge e lo farò ogni settimana sino a quando non adempiranno”, dichiara il presidente della commissione regionale Bilancio, comunicando l’invio di apposita diffida ai direttori generali delle Asl pugliesi per inosservanza degli articoli 1, commi 2 e 3, e 3 della Legge regionale n. 13 del 2019, in materia di pubblicazione bimestrale dei dati di monitoraggio sui tempi d’attesa in sanità e della contabilità analitica dell’attività a pagamento.
“Quel poco rimasto della nostra originaria proposta per combattere le liste d’attesa – prosegue Amati – non viene rispettato, impedendoci di sapere come vanno le cose e quindi di combattere con maggiore efficacia la battaglia al disservizio. La norma non applicata è quella che prescrive la pubblicazione ogni due mesi, sul sito delle Asl, dei dati sull’attesa nell’erogazione di tutte le prestazioni sanitarie, sia istituzionali che a pagamento. Lo scopo di tale pubblicazione è rendere evidente in tempo reale le eventuali violazioni delle regole sull’attesa in sanità, in modo da individuare con prontezza le unità operative più problematiche e ricorrere ai rimedi; tutto ciò nella consapevolezza che il monitoraggio continuo serve a correggere e non a punire e che, dietro un’analisi statistica, c’è una persona che soffre, e non solo un blocco di diapositive per un convegno tra addetti ai lavori”.
“La stessa norma prescrive, inoltre, la pubblicazione – sottolinea l’esponente Pd – della contabilità analitica delle prestazioni a pagamento, con indicazione dunque del mancato introito del ticket e dei costi diretti e indiretti. Ciò al fine di verificare se l’attività a pagamento venga svolta senza perdite economiche per l’azienda, e quindi nel rispetto delle leggi”.
“Faccio presente – aggiunge ancora Amati – che la pubblicazione dei dati del bimestre maggio-giugno 2019 doveva avvenire entro e non oltre il 5 luglio 2019. Mi è chiaro da almeno due anni che molta parte del problema delle liste d’attesa è aggravato da una collaudata tecnica elusiva delle norme vigenti che si alimenta proprio per la carenza di un sistema di monitoraggio continuo da cui dedurre, senza equivoci, l’esistenza dei problemi e la possibilità d’intervenire. Senza i monitoraggi il problema delle liste d’attesa si può comodamente trascinare in dialettica confusionaria, perché ogni teoria è valida e soprattutto ogni difesa d’ufficio diventa plausibile e quindi sostenibile”.
“L’esistenza dei dati, invece, numeri testardi e non soggetti al ‘ben-altro-è-il-problema’, è il più formidabile sistema – sottolinea – per abbattere ogni scusa giustificazionista non fondata sulle leggi e sulla statistica, così da provare finalmente a porre rimedio. E se il prezzo di tutto ciò fosse mettersi in contrasto con abitudini o redditi consolidati, faccio osservare che le decisioni più efficaci – conclude il consigliere regionale – sono quelle che costano la perdita di qualche simpatia e non quelle che rendono qualche voto interessato”.