“Il dibattito sul depuratore consortile di Manduria e Sava dura da molti anni e ha determinato la mia amministrazione a scegliere di eliminare lo scarico a mare delle acque depurate con condotta sottomarina. Si tratta dell’unico depuratore di tutta la Puglia le cui acque depurate non finiranno in mare come obbligano a fare le leggi italiane e le leggi europee in presenza di corpo idrico superficiale quale è il mare”. Comincia così un lungo post del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in risposta alle polemiche sul rischio inquinamento a Torre Colimena.
“Abbiamo fatto questa scelta straordinaria – spiega ancora – e inizialmente addirittura vietata dalla legislazione italiana ed europea (abbiamo dovuto sollecitare e attendere dei mutamenti normativi e chiedere delle specifiche deroghe allo scarico in mare al Ministero dell’Ambiente) per assecondare una richiesta pressante delle popolazioni residenti intimorite dallo scarico in mare delle acque depurate. Tali preoccupazioni erano del tutto infondate (lo scarico in mare è legale e viene considerato il più efficiente in assoluto da tutta la letteratura scientifica), ma ciononostante ho ritenuto di ascoltare e accontentare le numerosissime istanze di eliminazione dello scarico a mare con condotta sottomarina”.
La Regione ha quindi progettato un sistema di riutilizzo delle acque depurate in agricoltura e smaltimento dei quantitativi residuali su suolo in trincee drenanti e vasche di contenimento che consentiranno la definizione di una nuova zona umida che a breve sarà colonizzata da flora e fauna di pregio.
“Ne consegue che la polemica politica che ancora infuria su questa fondamentale struttura posta a tutela del mare e della falda dall’inquinamento che attualmente devasta l’area e che potrebbe determinate l’apertura da parte della Unione Europea di una procedura di infrazione è frutto di una totale incomprensione delle scelte tecniche che sono state adottate dai progettisti – prosegue il governatore – Addirittura alcuni soggetti, una volta resisi conto che avevamo effettivamente eliminato lo scarico a mare delle acque depurate e che dunque eravamo pronti a iniziare i lavori del depuratore, hanno aperto una nuova polemica sulla localizzazione dello stesso che in precedenza nessuno aveva posto”.
Lo spostamento del sito del depuratore – prosegue Emiliano – dal luogo indicato dai Comuni di Avetrana e di Manduria non era più possibile senza che i predetti comuni si facessero carico dei costi milionari delle multe europee per l’inquinamento in atto e dell’azzeramento delle gare già espletate.
“Nonostante questi vincoli derivanti dalla gara già espletata dalle precedenti amministrazioni, la Regione Puglia attraverso il confronto con la cittadinanza e la partecipazione dei territori, ha rivoluzionato il progetto iniziale eliminando lo scarico a mare in condotta sottomarina delle acque depurate. Adesso nasce una ennesima “querelle” sulle modalità di scarico delle acque di prima pioggia dell’area del depuratore, il così detto scarico di emergenza, che non ha nulla a che vedere con lo scarico delle acque depurate dal depuratore o peggio con i liquami o con ciò che potrebbe fuoriuscire in caso di guasti – continua – La legge obbliga tutti gli impianti industriali e persino i semplici parcheggi, nei casi di piogge brevi ed intense, a dotarsi di simili impianti che entrano in funzione non più di dieci volte all’anno calcolati in base alla frequenza di piovaschi eccezionali”.
Lo sbocco finale delle acque depurate sarà la vasca artificiale di affinamento del consorzio irriguo dell’Arneo sita a Torre Colimena.
“Effettivamente questa è una delle possibilità perché tale vasca di affinamento si sta progressivamente salinizzando a causa dell’intrusione dell’acqua marina con grave danno della flora e della fauna che ivi si è stanziata. Ma nessuna decisione è stata ancora presa e nulla vieta di installare lo scarico delle acque di prima pioggia in altro sito, in ogni caso costituito da un corpo idrico superficiale. Dunque la questione relativa al punto di localizzazione dello scarico di emergenza è del tutto aperta”.
La Regione è quindi pronta a valutare altri siti. “Ciò che dovrebbe preoccupare i tanti speculatori politici di questa vicenda è che senza depuratore non sarà possibile allacciare alla fogna pubblica centinaia di case sulla costa che oggi stanno inquinando il mare che tanto dicono di voler difendere”, conclude Emiliano.