La difesa di Silvio Berlusconi, gli avvocati Niccolò Ghedini e Francesco Paolo Sisto, non ha dato il consenso alle riprese audio-video e foto durante le udienze del processo in cui l’ex premier, ora europarlamentare, è imputato per induzione a mentire all’autorità giudiziaria.
In particolare Berlusconi, che non è presente in aula, è accusato di aver pagato l’imprenditore Gianpaolo Tarantini perché mentisse ai pm baresi che indagavano sulle escort portate tra il 2008 e il 2009 nelle sue residenze. Il processo è iniziato oggi nell’ex sezione distaccata di Modugno del Tribunale di Bari dinanzi al giudice Monocratico Flora Cistulli, che ha quindi negato il permesso di fare videoriprese e a scattare foto. Alle udienze i giornalisti potranno quindi assistere, trattandosi di un processo pubblico, ma non potranno fare foto e video. L’istanza era stata presentata da diverse testate, tra le quali Radio Radicale. Nel processo è costituita parte civile la presidenza del Consiglio dei Ministri.
Inoltre i difensori hanno presentato anche eccezioni preliminari sulla incompetenza territoriale del Tribunale di Bari e sulla nullità dell’udienza preliminare. Secondo i difensori, il processo dovrebbe celebrarsi dinanzi al Tribunale ordinario di Napoli o di Roma o davanti al Tribunale dei Ministri. I legali hanno spiegato in udienza che il reato di induzione a mentire si consumerebbe nel momento della promessa delle dazioni di denaro e non nel momento delle dichiarazioni rese da Tarantini all’autorità giudiziaria barese, quindi a Napoli – dove è già stato trasferito per competenza uno stralcio del processo a carico di Valter Lavitola – o a Roma. Al di là del luogo della presunta promessa di denaro, i difensori hanno insistito perché l’ex premier sia processato dal Tribunale dei Ministri perché il reato sarebbe stato commesso nella sua qualità di presidente del Consiglio. In ultimo i legali hanno chiesto che venga dichiarata la nullità dell’udienza preliminare «per incompletezza del materiale probatorio», per non aver potuto acquisire tutte le intercettazioni. L’accusa si è riservata di replicare per iscritto. Il giudice ha rinviato all’udienza del 23 settembre per decidere sulle questioni preliminari. (Ansa)