«Ho chiamato Amanda dopo il convegno di Modena. Mi è dispiaciuto molto vederla sofferente. Lei, appena siamo stati assolti, è tornata negli Usa. Ha vissuto la sua vita in un paese che l’ha accolta per quella che è, senza pregiudizio. Noi non abbiamo una cultura patriottica come gli Usa. Gli italiani non sono stati solidali con me come gli americani nei suoi confronti. Le persone più vicine mi hanno compreso, ma la massa assolutamente no».
Raffaele Sollecito torna a parlare del delitto di Meredith Kercher e di Amanda Knox in una conversazione con La Gazzetta del Mezzogiorno. Della vicenda giudiziaria che lo ha prima portato in carcere e poi definitivamente assolto dice di essere «abbastanza stanco». «Ho letto – aggiunge – dichiarazioni assurde del pm Giuliano Mignini che dice che ci sono dubbi sulla nostra storia. O altre considerazioni del presidente Piercamillo Davigo, magistrato di Cassazione, che potrebbero generare incertezze. Sono cose squallide e pericolosissime. Al dottor Mignini faccio presente che la Cassazione ha ‘cassatò la sentenza di Firenze con la nostra condanna. Nelle motivazioni si parla di défaillance investigative, di deprecabile pressappochismo nella fase delle indagini preliminari. La Cassazione, in sintesi, ha cancellato la condanna del tribunale toscano per grandi contraddizioni logiche da una pagina all’altra. Oltre gli errori investigativi c’erano solo congetture…».
Sull’ipotesi di un incontro, assieme ad Amanda, col pm del processo di Perugia, Sollecito dice: «L’ho già incontrato. Il dottor Magnini non mi ha mai parlato perché si sente al di sopra di tutto. Gli chiarirei, se ha ancora dubbi, quello che lo porta ad essere minaccioso e assolutamente inopportuno. Il pm ha perso nel processo. In un paese culla del diritto un pm che ha buttato in galera innocenti, poi assolti, non dovrebbe più esprimersi in maniera così tranchant. Dovrebbe ammettere i suoi errori».
«Ho amarezza – conclude – nei confronti delle istituzioni del mio paese. Nessuno mi ha chiesto scusa per come mi hanno trattato, non sono mai stato risarcito. Ho subito un danno immenso e nessuno mi ha aiutato, tranne i miei famigliari e gli amici».