Il tasso d’inflazione si ferma allo 0,8% a maggio 2019 e registra così il livello più basso da aprile dello scorso anno, ma non a Bari dove i prezzi aumentano ancora dell’1,6%.
L’Istat ha rivisto le stime preliminari, che indicavano un tasso 0,9%, dopo l’1,1% del mese precedente. Finito l’effetto Pasqua, che ha spinto i prezzi dei trasporti, dei carburanti e delle vacanze, l’inflazione si è raffreddata. Solo i listini degli alimenti freschi sono aumentati, spinti dalle gelate fuori stagione, con rincari di oltre il 10% per la frutta. L’insieme del carrello della spesa con il cibo e i prodotti per la cura e della casa e della persona ha registrato, comunque, dei mini-aumenti dello 0,3% rispetto al 2018.
«Il Governo farebbe bene a intervenire per porre fine alle stangate sulle vacanze e punire qualsiasi rincaro speculativo dei listini» attacca il Codacons calcolando che, nonostante il calo, l’inflazione pesa per 247 euro all’anno sulla famiglia tipo. L’Unione nazionale consumatori stila, invece, una classifica delle città più care in base al costo della vita e al tasso di inflazione. Bari è la prima città per inflazione (all’1,6%) a cui corrisponde una stangata da 335 euro l’anno, ma Bolzano la supera per rincari confermandosi la città più costosa d’Italia: l’esborso raggiunge 499 euro all’anno (con un tasso +1,5%). Gli aumenti si fanno sentire anche a Modena (+421 euro) e Brescia (+382 euro). Va meglio alle famiglie di Firenze, dove i sovrapprezzi, stimati in base all’inflazione allo 0,1% a maggio, sono di oltre dieci volte inferiori: appena 27 euro all’anno.