A 5 anni dall’omicidio di Pietro Capone – ucciso il 5 marzo 2014 a Gravina in Puglia con due colpi di pistola alla testa – i poliziotti della squadra mobile hanno eseguito un ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gaetano Scalese, 68 anni, ritenuto responsabile di omicidio aggravato e porto illegale di arma da fuoco.
E’ stato accuratamente dimostrato, infatti, come la sera del 10 marzo del 2014 il killer, individuata la vittima, la seguì con la propria autovettura e la colpì mortalmente a pochi metri dalla sua abitazione mentre rincasava.
Capone Pietro era da molti considerato un “paladino della legalità”, sempre impegnato nella lotta all’abusivismo edilizio, tanto che le sue numerose “battaglie”, contro amministratori pubblici ed imprenditori locali, gli erano costate diverse denunce.
La vittima infatti aveva intrapreso una serie di iniziative giudiziarie, anche di natura privata, nei confronti di Scalese reo, secondo Capone, di aver realizzato alcune costruzioni in un terreno confinante con una proprietà proprio della famiglia Capone. L’omicidio ebbe luogo un mese prima dell’udienza penale promossa da Capone nei confronti dell’odierno arrestato.