Nasce in Puglia il registro delle strutture ricettive non alberghiere, per scongiurare il fenomeno dell’abusivismo. Il Governo ha rinunciato all’impugnativa presso la Corte Costituzionale della legge regionale che aveva introdotto in Puglia il Codice identificativo per le strutture non alberghiere. La notizia arriva oggi dall’Avvocatura Generale dello Stato.
“Abbiamo voluto dotare di un codice identificativo tutte le strutture ricettive non alberghiere, che a differenza degli alberghi, sono soggette a vincoli meno stringenti, per porre un argine al proliferare dell’abusivismo e garantire un sistema di accoglienza nel rispetto delle regole – ha detto l’assessore Loredana Capone – Il contenzioso sollevato dal Governo ci era sembrato inutile e ingiusto. La Regione Puglia ha inteso creare una mappa del rilevante fenomeno della concessione in godimento a turisti di immobili di proprietà, a prescindere dallo svolgimento di una attività imprenditoriale, proprio per poter esercitare al meglio le proprie funzioni di vigilanza e controllo delle attività turistiche”.
In base ai dati rilevati il moltiplicatore turistico per l’intera Puglia è stato nel 2016 di 5,15. In altre parole per ogni presenza turistica Istat ve ne sono state altre 4,6 che non sono state rilevate e non appaiono. “Che esista in Puglia – continua Capone – una proliferazione di strutture non alberghiere, non tutte codificate, lo dimostrano le migliaia di annunci sui vari siti di prenotazioni, oltre ai dati di Federalberghi. Adesso, finalmente, superata l’impugnativa del Governo, con la creazione del Registro regionale delle strutture ricettive non alberghiere e l’obbligo di indicare il codice in ogni forma di promozione e pubblicità, si semplificano i controlli e si pongono le basi per diminuire l’abusivismo e garantire una offerta nel rispetto delle regole”.