La maggioranza in Consiglio regionale si dissolve. La mozione presentata dal centrodestra per la revoca dell’incarico affidato a Massimo Cassano di commissario dell’Arpal, l’agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, è stata respinta ma in Aula c’è stato un pareggio: 22 a 22. Subito dopo, durante la votazione su una seconda mozione presentata sempre dall’opposizione per bloccare la short list per le assunzioni nella stessa Arpal, il centrosinistra è andato addirittura sotto: 22 a 21. C’è stato il voto segreto.
Una bocciatura soprattutto per Emiliano, la sua maggioranza gli ha lanciato un chiaro messaggio politico. Il caso Cassano e Arpal è solo uno dei bubboni nel centrosinistra regionale: il Pd e gli altri alleati chiedono chiarezza e un intervento immediato anche sul caso dell’assessore Leo Di Gioia, considerato “incompatibile” dopo aver sostenuto un candidato della Lega alle Europee; e poi ci sono le alleanze in vista delle Regionali del 2020: in molti non vedono di buon occhio la scelta di Emiliano di allargare la coalizione andando ad inglobare anche ex esponenti del centrodestra, come Massimo Cassano e Simeone di Cagno Abbrescia. Insomma, i nodi sono tanti, così come i mal di pancia.
Oggi, dei 46 consiglieri presenti in aula al momento del voto, alla prima votazione in due si sono astenuti. Almeno quattro consiglieri della maggioranza di centrosinistra, quindi, hanno votato a favore della mozione , confermando che le perplessità sulla nomina dell’ex sottosegretario ed esponente politico del centrodestra sono trasversali. Il presidente della Regione, Michele Emiliano, intervenuto in aula prima del voto, ha difeso la scelta di Cassano, ricordano «le ragioni di particolare urgenza» che hanno portato alla nomina di un commissario e, sulla persona, che «si tratta di un dottore commercialista, di un revisore dei conti, che quindi sarebbe in grado di assumere ruoli importantissimi nella pubblica amministrazione» e «con specifico riferimento all’esperienza nel mondo del lavoro, ha fatto per tre anni il sottosegretario al lavoro di un Governo nazionale» (quello con Renzi premier, ndr).
Il presidente ha poi evidenziato la necessità «di non farsi tirare dentro la bagarre politica». «Credo che in questo momento il senatore Cassano abbia un incarico di grandissima complessità. Non è scritto da nessuna parte – ha aggiunto Emiliano – che questa sia un’agevolazione di altra natura. Anzi, come dimostrano anche i risultati delle ultime elezioni, i partiti che hanno in mano la funzione del lavoro si sono dimezzati nel loro risultato elettorale».
Il commento del gruppo di Direzione Italia (Ignazio Zullo, Francesco Ventola, Luigi Manca e Renato Perrini) al risultato della votazione della mozione. “Emiliano ha fatto una cassanata. Il presidente magistrato (in aspettativa) che ha fatto della legalità il suo core business da oggi, di fatto, autorizza tutti i pugliesi a non rispettare le leggi, ma a rifarsi a più generici principi generali. E che la sua sia stata una ‘cassanata’ lo hanno capito anche alcuni suoi consiglieri di maggioranza che hanno votato la nostra Mozione su Massimo Cassano che non è passata per un solo voto. Quel 22 a 22 apparso sul tabellone ‘salva’ Cassano come commissario Arpal, ma boccia le scelte politiche di Emiliano”.