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Lecce, anziano ucciso in casa: confessa il figlio. “Dopo l’omicidio ho cucinato per smorzare la tensione”

Pubblicato da: redazione | Gio, 30 Maggio 2019 - 14:45

«Dopo la morte di mio padre ho prima lavato tutto il pavimento, poi ho cucinato della pasta con del ragù, non perché avessi fame ma per smorzare la tensione che avevo addosso»: è uno dei particolari emersi dall’interrogatorio a cui è stato sottoposto il 48enne agente immobiliare Vittorio Leo, arrestato a Collepasso, in provincia di Lecce, con l’accusa di aver ucciso ieri, nell’abitazione di famiglia, il padre 89enne, Antonio. Quest’ultimo è stato bruciato vivo con dell’alcol.

Il figlio della vittima è stato interrogato fino a notte fonda, alla presenza del suo difensore, l’avvocato Simone Potente. Ancora sotto choc, il 48enne ha reso dichiarazioni piene di «non ricordo» e di continui riferimenti al «panico» vissuto. Al pm Luigi Mastroniani ha spiegato di aver spruzzato il padre con l’alcol e di aver visto subito dopo una fiammata levarsi dal fornello della cucina, che era accesso. L’anziano a questo punto sarebbe corso in bagno in un disperato tentativo di spegnere le fiamme che lo avvolgevano sotto la doccia.

Il tutto sotto lo sguardo impietrito del figlio che ha poi riferito di aver atteso delle ore prima di chiamare i carabinieri perché indeciso sul da farsi.

L’uomo ha detto anche che dopo la morte del genitore ha anche staccato il telefono e i quadri elettrici dell’appartamento per evitare che potesse citofonare qualcuno, ed ha aperto le tapparelle «per far andare via il fumo e l’odore acre». Ha poi aggiunto di aver distrutto nel camino la bottiglia da litro di alcol spruzzata sul padre: «Non potevo vederla perché mi ricordava la morte di papà», ha sottolineato. Al magistrato ha ripetuto che non voleva uccidere il genitore, definito un uomo dal carattere scontroso, dai modi rudi, solitario e chiuso, che era solito inveire e gridare. Si sarebbe trattato – ha detto – di un raptus, un gesto di stizza indotto dalle parole pronunciate con astio dal genitore che a suo dire non lo avrebbe mai accettato preferendogli la sorella che lavora a Roma. Secondo il presunto assassino, il padre non gli aveva mai perdonato il fatto di aver interrotto gli studi di ingegneria per un lavoro, l’intermediazione immobiliare online, giudicato poco onorabile.

 

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