Al 20 maggio sono 114.176 gli immigrati presenti nel sistema d’accoglienza italiano, in calo continuo rispetto ai 133.061 del 31 dicembre 2018, ai 167.723 dell’1 giugno 2018 e ai 183.732 dell’1 gennaio 2018.
Sono i dati forniti dal capo Dipartimento immigrazione del ministero dell’Interno, prefetto Michele Di Bari, in audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera che ha avviato un’indagine conoscitiva in materia di immigrazione. Alla flessione delle presenze si accompagna anche una riduzione della spesa per i centri: da 1 miliardo e 675 milioni di euro della legge di bilancio 2018 a 1 miliardo e 300 milioni di euro per il 2019. È la Lombardia che ha il maggior numero di presenze nei centri (15.604), seguita dall’Emilia Romagna (10.569), dal Lazio (10.257) e dal Piemonte (9.927).
Il grosso dei migranti è ospitato nelle varie tipologie di centri d’accoglienza (87.723); 26.363 si trovano nei centri Siproimi (ex Sprar); 90 negli hotspot. I minori non accompagnati sono 8.342 al 31 marzo, in diminuzione rispetto ai 10.787 del 31 dicembre 2018. Il calo degli sbarchi ha portato anche ad un calo delle strutture d’accoglienza: quelle statali sono scese da 15 a 12 nell’ultimo anno, mentre i Cas (Centri di accoglienza temporanea) sono calati da 9.282 a 7.593. La strategia, ha spiegato il prefetto, è stata quella di ridurre i centri di grandi dimensioni: lo svuotamento di quello di Mineo (Catania) è previsto dopo l’estate ed in prospettiva si punta a chiudere anche quello di Borgo Mezzanone (Foggia).