Per l’indagine Beach Litter 2019, Legambiente ha contato sulle sponde del Mar Piccolo di Taranto (Pineta Cimino) 1.535 rifiuti in 100 metri, oltre 15 rifiuti al metro). L’anno scorso erano 761, ovvero 7 rifiuti e mezzo al metro: qui «la “monnezza” non lascia, ma raddoppia», commenta l’associazione (foto repertorio).
E «la plastica, materiale non degradabile per eccellenza, è la padrona assoluta», con «il 93,5% di tutti i rifiuti trovati; il resto è metallo (2,4%), legno (3,4%) e gomma (0,7%)». Tra i tipi di rifiuti, “vincono” le reti in plastica usate «in mitilicultura, intere o in pezzi, solitarie o aggrovigliate in inestricabili nodi, pari al 49,5% del totale». «Assente invece, nel tratto monitorato, l’usa e getta (piatti, bicchieri, posate, cannucce)» messo al bando dalla direttiva europea sul monouso perché – spiega Legambiente – «alla spiaggetta di Cimino nessuno va a prendere il sole» e il materiale presente «è costituito da ciò che viene depositato dal mare» e in buona parte sono «rifiuti delle attività di pesca».